36 associazioni ambientaliste per bloccare la riconversione dell’Edipower

BRINDISI- 36 associazioni ambientaliste brindisine per bloccare il nuovo progetto di riconversione della centrale termoelettrica Edipower  presentato dalla A2A. Fanno scudo gli ambientalisti per difendere il territorio, per anni, troppi, dicono , violentato dalle industrie.

Una contraddizione in termini se si pensa che Brindisi vanta una vocazione turistica e valorizzazione del patrimonio naturale  che si scontra con  modello di sviluppo fatto di grandi impianti di produzione.

“Siamo di fronte ad una emergenza ambientale- tuonano le associazioni che oggi hanno voluto introdurre una nuova manifestazione, prevista il 4 luglio- è un dato acquisito quello che ci racconta delle malformazioni cardiache congenite neonatali superiori al 50% rispetto al valore medio europeo”.

Un dato questo confermato anche dal registro tumori nel territorio di Brindisi, nel  nostro territorio  c’è stato  un incremento dell’incidenza nelle neoplasie nel confronto tra il 2006, ultimo anno disponibile ed il triennio 1999-2001. Si passa da 385,8 a 395 ogni 100.000 abitanti tra i maschi e da 265,23 a 318,4 ogni 100.000 abitanti tra le donne.

Ecco perché il nuovo progetto della A2A spaventa . La riconversione della centrale prevede di bruciare carbone ed Ecoergite, un derivato dal ciclo dei rifiuti, in pratica, dicono, spazzatura. Tutto questo a pochi passi dalla città.

Le associazioni così chiedono alle istituzioni di esprimere un parere negativo e di coinvolgere anche il governo e la regione.

Nel frattempo le osservazioni sollevate dalle associazioni ambientaliste diventano oggetto di un dibattito cittadino che si svolgerà il prossimo 4 luglio in piazza Vittoria , a partire dalle 18.30, alla presenza dell’avv. Giovanni Brigante, della dottoressa Maria Elia, del professor Giuseppe Latini, del dottor Maurizi Portaluri, dell’ingegnere Danilo Urso e del dottor Max Variale.

Questi nomi delle 36 associazioni che hanno firmato il documento unitario “Emergenza Edipower”:  Arci,  Retinopera Salento,  Scuola di Formazione Politica Don Tonino Bello,  Italia Nostra,   Acli Città di Brindisi, Acli Ambiente,   Unione Sportiva Acli, Giovani Acli,   WWF Brindisi, WWF Salento, Confesercenti,   Mamadù, Emergency Prov. BR, Passeggino Rosso, Fondazione di Giulio,   Forum Terzo Settore,  Solidarietà e Rinnovamento Coop,  Rinascita Civica,  Friend’s Bike, UDS  ,AIACE Br,  La Manovella,  Compagni di Strada, Centro Studi Europeo Il Segno Mediterraneo,  Gulliver180,  No Al Carbone,  Mesagne Bene Comune,  Circolo Arci Zero,   Brindisi Libera MU,   Io  Donna,Confederazione Cobas Brindisi,  Medicina Democratica,  Salute Pubblica,   Ass.Namastè, I Remuri,   Street Sport Association Fun Club.

BrindisiOggi

2 Commenti

  1. Caro Roberto, ma ancora non l’ hai capito che parlare di ambiente serve solo a creare allarmismi e portare consensi nelle liste di riferimento? Lor signori, dei rifiuti che se ne vanno sotto terra o del percolato a contatto con terreni e falda, non se ne fregano un beato c….! Loro sono professori solo di quello che gli importa e di quello che gli porta interessi, di tutto il resto non ne fanno cenno. Il problema è constatare quanto e come le nostre amministrazioni pensino a tutelare ANCHE chi per queste ideologie tutte da testare sta perdendo il proprio posto di lavoro, questo è deprimente. Il resto è solo propaganda, pura propaganda

  2. ma tutti gli ambientalisti sanno che il css deriva dai rifiuti non speciali che attualmente vanno nelle discariche perché non si sono mai costruiti i termovalorizzatori(piano di Fitto dell’epoca) e che la rimessa in discarica è assolutamente piu’ pericolosa perché infiltra i terreni con i percolati? Sanno che tali rifiuti della regione Puglia sono attualmente nella misura di 400,000 tonnelate e che per ottenere il css se ne utilizzeranno solo 95,000 che si trasformeranno in 70.000???Ma vogliamo discutere con il cervello e non con la pancia????

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