Al vaglio la chiusura della Fondazione del Nuovo Teatro Verdi: troppi costi, servizi da internalizzare

BRINDISI- ( articolo dal 7Magazine) Dopo dieci anni dalla sua costituzione potrebbe chiudere. La Fondazione del Nuovo Teatro Verdi, nata nel giugno del 2007, potrebbe essere sciolta. E’ al vaglio della gestione commissariale la possibilità di chiudere definitivamente la fondazione  voluta e creata dall’ex sindaco Mimmo Mennitti per gestire il teatro comunale.  Troppi i costi di gestione per  un organismo che ormai ha come unico socio il Comune di Brindisi. Un carrozzone che l’amministrazione pubblica non può più permettersi.

Tra i soci fondatori c’era anche  la Provincia di Brindisi, ma l’ente di via De Leo, dopo i numerosi tagli del governo,  ha dovuto eliminare tutte le sue partecipazioni. Da circa 5 anni il Comune si trova da solo a dover coprire tutte le spese.

Lo scorso anno, durante l’amministrazione Carluccio, ci sono stati i primi provvedimenti con una rivisitazione delle spese che ha portato alla riduzione degli stipendi ai quattro dipendenti, oggi rimasti in tre dopo che  la direttrice del Verdi  non ha accettato la proposta del Comune di dimezzare il suo mensile di 3600 con conseguente riduzione dell’orario.

La gestione commissariale, pur riconfermano l’impegno nella nuova stagione teatrale, rimette nuovamente le mani alle spese, e cerca una soluzione per far pesare il meno possibile la struttura e la sua gestione sulle casse comunali.   In un’ottica di razionalizzazione delle risorse il commissario straordinario Santi Giuffrè avrebbe pensato di chiudere la fondazione con l’internalizzazione della gestione dei servizi e l’assunzione dei dipendenti in una delle società partecipate.

Al momento il costo dei tre dipendenti è di 80mila euro lorde all’anno. Ci sono tre figure professionali: un coordinatore operativo, un responsabile area progetti, promozione e segreteria artistica, e un addetto all’ufficio amministrativo. Il direttore artistico ha invece un contratto da consulente esterno che si aggira intorno ai 35mila euro all’anno.

Con la chiusura della Fondazione il Comune risparmierebbe tutti i costi di gestione: tasse, imposte, le consulenze tecniche come il commercialista, consulente del lavoro e consulente legale. A questo bisogna aggiungere i servizi bancari e la fornitura dei servizi tecnici, che verrebbero internalizzati.

Carte alla mano si sta cercando di analizzare l’incidenza dei costi fissi sul numero dei dipendenti,  e se vale la pena mantenere tutta questa baracca  per  tre persone, quando le stesse potrebbero essere spostate in un contenitore già esistente. La questione è ancora tutta da analizzare nei dettagli.  E’ un calcolo di costi e benefici, ma anche di valutazioni di possibili alternative, visto che il personale non può essere assunto direttamente dal Comune.

Il teatro ha riaperto il sipario, dopo anni di chiusura, il 20 dicembre 2006. Un segnale tangibile delle politiche culturali sostenute dall’allora sindaco Mennitti. Da quell’anno in poi si sono susseguite dieci stagioni. Il Nuovo Teatro Verdi ormai fa parte del patrimonio  e della storia contemporanea di questa comunità.

Lucia Portolano (per il7Magazine)

1 Commento

  1. leggo in altra pagina: “adotta un monumento” per sostenere l’educazione al patrimonio culturale. Bene! inseriamo nel progetto anche il teatro comunale.

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