Al Verdi con Leo Gullotta “Pensaci, Giacomino”

BRINDISI – Un capolavoro di Luigi Pirandello al Verdi di Brindisi.  Appuntamento mercoledì 6 febbraio alle ore 20.30 con Pensaci, Giacomino. “Un lavoro di cento anni fa che sembra scritto ieri”, come lo ha definito Leo Gullotta, protagonista dello spettacolo. Un testo irriverente negli anni in cui fu scritto, un testo senza tempo ogni volta che viene riproposto.

 Leo Gullotta  nel ruolo del professor Toti. La regia è di Fabio Grossi, che ha concentrato la storia in un atto unico spostando l’azione della commedia negli anni Cinquanta.

Scritta come novella nel 1915 per poi avere la sua prima edizione teatrale nel 1917, l’opera pirandelliana racchiude tutti i ragionamenti, i luoghi comuni e gli assiomi tipici della scrittura dell’autore premio Nobel per la letteratura nel 1934. Un testo di condanna di una società becera e ciarliera, nella quale la calunnia e il bigottismo sono sempre pronti a entrare in gioco. La storia racconta della giovane Lillina che, rimasta incinta del suo giovane fidanzato, non sa come portare avanti la gravidanza: ad aiutarla sarà il professor Agostino Toti che, chiedendola in sposa, la farà vivere nella sua casa lussuosa. Il gesto del professore, risoluto paladino dei valori civili, è anche una rivalsa nei confronti di uno Stato patrigno che l’ha sottopagato rendendogli a suo tempo impossibile la formazione di una famiglia. E ben venga pure la beffa allo Stato, che per tanti anni dovrà alla giovane vedova tutti quei denari che l’insegnante non ha ricevuto in vita. Naturalmente la società civile si rivolterà contro questa decisione anche a discapito della piccola creatura che nel frattempo è venuta al mondo. Finale pirandelliano pieno di amara speranza, nel quale il giovane Giacomino prenderà coscienza del suo essere uomo, del suo essere padre e andrà via da quella casa che lo tiene prigioniero, per vivere la sua vita con il figlio e con la giovane madre: a vincere saranno ancora i sentimenti autentici a dispetto dell’ottusa disumanità di certi pregiudizi borghesi. Una commedia dai risvolti ancora pienamente attuali che vedrà esibirsi accanto a Leo Gullotta gli interpreti Liborio NataliRita AbelaFederica BernValentina GristinaGaia Lo VecchioMarco Guglielmi,Valerio Santi e Sergio Mescherpa.

“Del professore Toti porto in scena – ha spiegato Leo Gullotta – la condizione dell’anziano come la intendiamo oggi, non la vecchiaia. Un uomo certo avanti negli anni ma non spento, tanto egocentrico quanto anticonformista e autentico paladino dei valori”.

La scenografia dello spettacolo è in uno stile pittorico che richiama l’espressionismo tedesco tanto caro a Pirandello. «I protagonisti – ha spiegato il regista – sono sovrastati da “Giganti” che rappresentano l’enorme peso del becero commento, della calunnia sociale, del perbenismo fasullo dei baciapile. Non abbandoneranno mai la scena, proprio come “corsi e ricorsi storici” vocazionali, figure pirandelliane sempre presenti nelle sue opere. Le musiche di Germano Mazzocchetti, non di semplice commento, ma forti e propositive, propongono “la voce critica della regia”».

“Con questo testo – ha sottolineato Grossi – il premio Nobel agrigentino ha creato una vera e propria macchina da guerra, ancor oggi efficace per modi e valori. Come Leonardo, che con i suoi funzionanti artifici è stato anticipatore, così Pirandello usa il professor Toti, personaggio principale della vicenda, per snocciolare, come un rosario laico, circostanze di contemporanea efficacia. Si affrontano così la solitudine, la condizione femminile, l’arrivismo dei burocrati, l’invadenza dei rappresentanti ecclesiastici, l’uomo svuotato fino all’empito d’orgoglio. Tra questi ingranaggi, chi ci rimette di più è la donna, che si vuole sottomessa al giudizio di una società benpensante. E penalizzato è anche il ruolo dell’insegnate bistrattato e mal pagato, in barba alla delicata funzione sociale cui è chiamato”.

Da qui il matrimonio di facciata contratto dal professore per sottrarre la ragazza al destino di ragazza madre, dal momento che il coetaneo Giacomino, che ama e da cui è riamata, non ha il coraggio di assumersi le giuste responsabilità e vincere le resistenze della propria famiglia. E mentre l’atto unico corre veloce su un solo binario, le vicende dei personaggi permettono – come scriveva Gramsci – di «cogliere della vita la smorfia più che il sorriso, il ridicolo più che il comico».

 

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