Al via il piano della costa, ma senza sicurezza della falesia è quasi inutile

INTERVENTO- Finalmente, dovrebbe arrivare il tanto atteso Piano della Costa, precisamente il PCC, Piano Comunale Costiero.Con Delibera della Giunta Comunale n°291 dell’11 settembre, infatti, è stato affidato l’incarico di redazione “estendendo la Pianificazione all’intero territorio costiero brindisino”. Buona idea. Non avrebbe avuto molto senso localizzare una pianificazione a tratti scompagnati di costa.

Incassata la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), la Regione Puglia adottò in via definitiva, nel luglio 2011, il Piano Regionale Costiero (PRC), secondo il quale andava disciplinato “l’utilizzo delle aree del Demanio Marittimo con le finalità di garantire il corretto equilibrio fra la salvaguardia degli aspetti ambientali e paesaggistici del litorale, la libera fruizione e lo sviluppo delle attività turistico/ricreative”.

Il fatto è che su 59 Km di costa brindisina, escludendo la vasta area portuale e la parte di costa sud occupata dalla grande industria, soltanto 14 Km risulterebbero oggetto del Piano. E di questi, considerato che 11 Km sono ad “alto rischio idrogeomorfologico”, ne rimarrebbero soltanto 3 Km. Davvero pochi, anche per definirlo “Piano della Costa”.

L’obiettivo dell’Amministrazione è quindi predisporre quanto prima il “progetto per la messa in sicurezza geomorfologica del litorale nord di Brindisi, finanziato dalla Regione Puglia attraverso i fondi CIPE” tentando di ridurre i tratti di costa oggetto di vincolo idrogeologico (“PG3”).

Praticamente, si cercherà di sistemare le falesie realmente pericolanti sfruttando i milioni di euro messi a disposizione dalla Regione nonchè di “estendere la pianificazione del PCC all’intero territorio costiero”.

Si proverà altresì ad intercettare i “fondi correlati alla prossima programmazione del Fondo Sociale Europeo 2014/2020” da destinare al “completamento della messa in sicurezza del litorale nord con particolare riferimento alle opere sommerse a protezione della falesia, escluse dalla prima fase di intervento”.

Ovviamente, tutto sarà connesso sia con il nuovo Piano Urbanistico Generale in fase di redazione che con i vari Piani Paesaggistici.

Tra le idee per il futuro della Costa Nord ci sono sia quella di previsione di un’area SIC (Sito di Importanza Comunitario) nella zona di Punta del Serrone che quella di individuare percorsi alternativi all’attuale “strada provinciale litoranea, prevedendone l’esclusiva mobilità lenta”, progetto pertinente al Documento Preliminare del nuovo Piano Urbanistico.

Resta un problema serio. Quello che, con l’erosione della costa e la riduzione conseguente della battigia, la cosiddetta “linea demaniale”, in diversi tratti, ricade ormai nello specchio acqueo. Ossia, a volte la proprietà privata arriva nel mare. Ragione per cui l’intendimento, sempre finalizzato a pianificare “l’intero territorio costiero”, è quello di ridelimitare la fascia demaniale e di “estendere l’efficacia degli indirizzi regionali anche alle aree limitrofe alla odierna dividente linea demaniale”.

Una cosa è certa, il nostro mare aspetta, è lì che attende una carezza, gesti di rispetto, di cura, è lì agognando nuove dune e d’essere mostrato ai turisti venuti da ogni dove.

 

                                                        www.pierpaolopetrosillo.blogspot.com

 

 

 

 

 

 

1 Commento

  1. …e intanto lo straniero di turno,che non rilascia interviste e non parla l’italiano,da oggi ha VIETATO anche la pesca sportiva dalla diga di punta riso…quindi o vi comprate la barca o la canna la potete appendere al chiodo (giusto per non essere volgare).
    Quindi da oggi,fine di pesce pescato a gratis,compreremo i cannolicchi dalla Cina all’eurospin.

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