Antonino (Pri): “Progetti di collettività per i percettori di reddito di cittadinanza, ma a Brindisi tutto fermo”

BRINDISI – “Fa rabbia leggere che in alcuni Comuni della provincia di Brindisi, come Mesagne ed Ostuni, sono in corso di definizione Progetti di Utilità Collettiva per impiegare quanti percepiscono il reddito di cittadinanza mentre a Brindisi non si è ancora fatto nulla”, lo afferma il consigliere comunale del Pri Gabriele Antonino che ricorda  che il Consiglio Comunale nel novembre scorso aveva approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno, da lui presentato, che favoriva l’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza.

 “Ho più volto rivolto sollecitazioni alla Amministrazione Comunale per utilizzare appieno questa opportunità specie per la contrazione dei servizi sociali e culturali dovuta alla situazione di difficoltà economica in cui si dibatte il Comune di Brindisi – afferma Antonino- Ma nulla si è ancora mosso! Eppure la Legge prevede che quanti percepiscono questo tipo di sostegno al reddito debbano prestare attività lavorativa a beneficio del Comune di residenza per un minimo di 8 ore ad un massimo di 16 ore settimanali. Si tratta di una grande opportunità per gli Enti locali che in questi ultimi anni si sono visti costretti a restringere la gamma dei servizi prestati ai cittadini a causa delle ristrettezze economiche”.

Antonino spiega che è possibile avviare Progetti di Utilità Collettiva nei settori della cultura, dei servizi sociali, dell’ambiente e della tutela dei beni comuni e senza alcun aggravio sul bilancio comunale se non il costo per l’assicurazione INAIL per i rischi di incidente sul lavoro e per le malattie professionali. “E’ bene chiarire che non si tratta di una forma di sfruttamento dei lavoratori – continua – L’introduzione del reddito di cittadinanza è stata accompagnata da polemiche a non finire che spaziavano dalla critica al vantaggio che ne avrebbero ricavato i cosiddetti “furbetti del divano” al rischio paventato che di tale sostegno potessero beneficiarne anche quanti si erano macchiati di reati di diversa natura. Essere impegnati in attività di valenza sociale può anche rappresentare una forma di riscatto per i percettori del reddito di cittadinanza che certamente preferirebbero entrare finalmente nel mondo del lavoro piuttosto che fare la figura di coloro che sono mantenuti a spese della collettività”.

 

 

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