Appalti e tangenti alla centrale: chiesto il rinvio a giudizio per l’imprenditore e funzionari Enel

BRINDISI – Appalti e tangenti all’Enel, chiesto il rinvio a giudizio per 7 indagati compreso l’imprenditore che denunciò io fatti. Il pm del tribunale di Brindisi ha chiesto il processo per l’imprenditore  Giuseppe Luigi Palma, 47 anni di Monteroni, Domenico Iaboni, Carlo Depunzio, Fabiano Attanasi, Vito Gloria, Nicola Tamburrano, e Fausto Bassi. Il gup Giuseppe Biondi ha fissato la data dell’udienza preliminare per il 6 dicembre prossimo. I cinque funzionari dell’Enel dipendenti nella centrale Federico II, escluso Bassi, furono arrestati dai militari della guardia di finanza il 5 maggio del 2017 per corruzione. Poi rimessi in libertà dopo che fu ascoltato l’imprenditore,  anche lui indagato nello stesso procedimento. L’uomo dopo di allora ha tentato più volte il suicidio, affermando di essere stato messo fuori dalla gare d’appalto.

In cambio di soldi, regalie e lavori a casa gli indagati avrebbero agevolato l’azienda ad ottenere gli appalti. E’ stato lo stesso  titolare della ditta appaltatrice dell’Enel a segnalare di aver pagato tangenti per ottenere degli appalti per lavorare nella centrale. Alla segnalazione si è aggiunta anche una querela sporta dalla società elettrica. L’uomo ha deciso di raccontare  tutto dopo che i dirigenti Enel  avevano bloccato  con la sua ditta ogni rapporto economico, avendogli contestato lavori eseguiti male o alcuni proprio non realizzati.

La società Enel produzione è stata riconosciuta parte offesa e in fase di processo potrà costituirsi parte civile.

La difesa è composta dagli avvocati  Massimo Manfreda e Francesco Silvestre per Fabiano Attanasio, Gianvito Lillo per Vito Gloria,  Giovanni Brigante e Claudio Ruggiero per Carlo Depunzio, Stefano Maranella e Giulia Iaboni per Domenico Iaboni, Pasquale Angelini e Barbara Longo per Tamburrano, Michele Laforgia per Fausto Bassi, Francesca Conte e Paolo Spalluto per Giuseppe Luigi Palma.

BrindisiOggi

 

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