Assistenza scolastica ai disabili, parlano le operatrici

FRANCAVILLA FONTANA – Dopo i ripetuti episodi di mancata assistenza scolastica ai bambini e ragazzi disabili frequentanti alcune scuole della provincia di Brindisi e le denunce pubbliche effettuate dai genitori e dalle famiglie degli alunni e degli studenti vittime dei diritti negati, prendono la parola le assistenti dell’Ambito 3, quello che ha come Comune capofila Francavilla Fontana. Le assistenti sono le figure professionali che materialmente svolgono l’essenziale servizio che garantisce ai portatori di handicap di poter seguire le lezioni. Le operatrici in questione vogliono fare un po’ di chiarezza perché, sebbene le famiglie e i ragazzi che hanno in carico siano ben consci della loro professionalità e abnegazione, qualcuno potrebbe strumentalizzare il loro ruolo e i problemi lavorativi che vivono ogni giorno sulla propria pelle.

«Dopo 15 anni di lavoro con un contratto a 4 ore , da 3 anni ci hanno tolto un’ora, prima, garantendoci la cassa integrazione, poi, da 2 anni a questa parte, senza retribuzione per quell’ora mancante. Tutte le istituzioni che hanno a che fare con l’Ambito 3 sono a conoscenza della nostra situazione, da loro creata, e si giustificano dicendo che la “coperta è corta”, non ci sono soldi. Questo, però, stride con le continue assunzioni di operatrici anche se solo con contratti a tempo determinato». Le perplessità delle assistenti quindi, partono da una semplice riflessione: perché continuare ad assumere personale se non ci sono risorse per pagare quello che lavora nell’Ambito da anni?

«Ricapitolando: i soldi per le operatrici storiche non ci sono – proseguono le assistenti – ma quelli per le sostituzioni annuali vengono fuori come per magia. Non siamo contro le nuove assunzioni necessarie ma questo non deve andare a scapito di chi fa questo lavoro da 15 anni e ci mette tutto l’impegno e il cuore che questo servizio richiede». Dopo le storie uscite nei giorni scorsi anche sulla stampa, anche le operatrici sono venute fuori allo scoperto. «Ora anche noi vogliamo far sentire la nostra voce, quella voce che forse viene fraintesa o distorta da qualcuno. Ci sentiamo impotenti di fronte a tutto questo: non riusciamo svolgere il nostro lavoro nei migliori dei modi, penalizzando i nostri bambini o ragazzi non accompagnandoli, ad esempio, nelle uscite didattiche e in tante altre attività. I nostri “no” sono dovuti allo sforamento dell’orario di lavoro o al fatto che si lasciano scoperti altri ragazzi dello stesso istituto. Questo non ci sembra assolutamente corretto anche perché siamo noi a dire “no” a questi ragazzi e leggiamo nei loro occhi tutta la delusione». La richiesta delle assistenti è semplice. «Vorremmo che tutte le istituzioni si impegnassero a trovare una soluzione ai nostri problemi. Diciamo basta a tutti i “se” e i “ma”. Vogliamo risposte concrete, rispetto e stabilizzazione per gli assistenti all’integrazione scolastica. Solo così i bambini e i ragazzi potranno fare affidamento su figure professionali in grado di garantire loro tutte le attenzioni e le cui di cui hanno bisogno».

Maurizio Distante

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