Barretta: “No a promesse irrealizzabili, vi spiego cosa ho in mente per il nostro territorio”

BRINDISI – L’imprenditrice brindisina Rosy Barretta è candidata del PD al Senato nel collegio proporzionale Puglia 2. La presidente provinciale del partito, membro della commissione “Porti e Infrastrutture” e della commissione “Ambiente” di Confitarma (Confederazione italiana armatori), nota per il suo impegno ambientalista (con Legambiente e Greenpeace) e nel mondo del volontariato, spiega su BrindisiOggi perché ha deciso di accettare la candidatura.

«In altre occasioni, in cui la elezione sembrava scontata, ho rinunciato. Questa volta non me la sono sentita di dire di no. È un momento delicato e in questi momenti bisogna metterci la faccia. Mi spenderò fino all’ultimo giorno, parlando dei temi che hanno guidato in questi anni il mio impegno politico e sociale: lavoro, economia, ambiente, cultura, turismo, sicurezza. Ritengo che siano gli argomenti che stanno più a cuore anche ai brindisini e ai pugliesi».

Il lavoro sicuramente. Ma cosa di può fare, in concreto?

«Intanto diciamo che in questo settore il governo uscente ha fatto tanto, con la riduzione del costo del lavoro, il bonus di 80 euro, il Jobs Act, il reddito di inclusione, ma tanto bisogna ancora fare, soprattutto qui al Sud, dove è necessario continuare a sostenere in ogni modo la lotta alla disoccupazione giovanile e la crescita di nuove imprese. Solo così potremo frenare la nuova emigrazione di ragazzi e ragazze costretti a partire per trovare un impiego».

Lei come intende sostenere l’economia salentina?

«Facendo partire le bonifiche della zona industriale. Non perdendo l’opportunità delle Zone economiche speciali (ZES). Sfruttando i vantaggi del piano Industria 4.0. Rilanciando il porto di Brindisi: sbloccando investimenti e creando nuovi traffici, per esempio realizzando un deposito costiero o sfruttando le opportunità della cosiddetta “via della Seta”. Continuando a garantire la crescita degli aeroporti di Puglia. Stimolando lo sviluppo del Made in Puglia e dell’enogastronomia locale che tanto ha contribuito a farci diventare famosi nel mondo.

Già solo con queste voci si potrebbe cambiare il futuro della nostra terra, assicurandole anni di prosperità e speranza».

In queste ultime settimane si è parlato tanto del progetto di ricerca sulla fusione nucleare alla Cittadella della Ricerca. Ci sono state polemiche. Lei è favorevole o contraria?

«Assolutamente favorevole. Si tratta di un progetto assolutamente sicuro, senza ricadute ambientali negative, che porterebbe circa 2 miliardi di euro di investimenti e 1500 posti di lavoro. È un progetto che rilancerebbe la Cittadella, ma servirebbe a tutta la Regione, ai suoi centri di ricerca, alle Università. Se l’Enea dovesse decidere di scegliere Brindisi, arriverebbero tecnici, manager, ricercatori. E arriverebbe tanto lavoro, per 30 anni, per le aziende della meccanica, dell’energia, dell’elettronica».

Come si concilia il suo impegno ambientalista con lo sforzo di aiutare l’economia industriale?

«La tutela dell’ambiente e lo sviluppo industriale devono convivere e creare un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile. Su Brindisi, in particolare, il prossimo governo dovrà sostenere gli enti locali nel processo di riconversione, già avviato, delle centrali elettriche e nella pianificazione di nuove direttrici di sviluppo che mettano in primo piano l’agricoltura, il turismo e la green economy».

Di turismo si parla tanto, ma Brindisi resta ancora indietro.

«Il capoluogo deve imitare la provincia e sfruttare il momento propizio: la Puglia è cresciuta tanto in questi anni, ma Brindisi potrà farlo ancor di più, se riuscirà a dar vita ad un polo di attrazione turistica costituito dal Castello Alfonsino finalmente ristrutturato e utilizzato (io ne farei il Museo terminale della via Appia), se saprà attrarre nuovi target di turisti (la via “Francigena del Mare” potrebbe essere un’idea molto attrattiva), se saprà trasformare il suo litorale in un lungomare degno delle migliori città turistiche internazionali.

Cosa risponde a chi dice che “siete tutti uguali”?

«Che sono una imprenditrice, non una politica professionista, e dunque non mi sono mai piaciute le promesse irrealizzabili. Ho sempre preferito l’impegno concreto e obiettivi a portata di mano. Perché l’Italia oggi ha bisogno di risultati, non di slogan. E Brindisi ha bisogno di una rappresentanza forte e autorevole in Parlamento».

(spazio autogestito)

1 Commento

  1. Sono convinto che questi argomenti ,molto delicati e importanti hanno bisogno di persone molto valide per realizzarli e,credo, che non solo i politici devono muoversi ma anche le organizzazioni sindacali e il popolo brindisino, che da diversi anni sonnecchia dietro a questo o quell’altro politicante.Negli argomenti trattati dalla Signora Barretta noto che non si parla di Sanità che nella nostra regione a toccato letteralmente il fondo.Un saluto e buon lavoro se dovesse raggiungere l’obiettivo.Nel caso che questa meta non dovesse essere raggiunta chiedo di impegnarsi a trasmetterla a chi prenderà il suo posto.

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