“Bene quello che è stato fatto, ma solo la politica disinteressata può rendere questa una città universitaria”

INTERVENTO/ Oggi ho assistito alla presentazione della parziale modifica alla convenzione tra Comune e Università di Bari. Ringrazio il Commissario Giuffrè per avere in primissima battuta ricordato come la conferenza di oggi non rappresenti altro che l’attuazione delle precedenti linee programmatiche concordate, stabilite e avviate dalla precedente Amministrazione. Non voglio essere frainteso: la macchina commissariale viaggia a velocità diverse rispetto al normale governo cittadino, ma questo, più che diventare l’alibi per tracciare parallelismi oggettivamente improponibili, se mai può aprire una più ampia riflessione sull’efficienza nella ordinaria gestione delle autonomie locali, ma non è questa la sede. Quello che mi preme sottolineare oggi che durante la presentazione non abbiamo ad esempio saputo quando effettivamente il corso di economia aziendale si sposterà nell’ex convento S. Chiara (annunciato in pompa magna la settimana scorsa) che tipo di soluzioni sono state trovate per i parcheggi e la mobilità degli studenti; sicché e’ legittimo chiedersi se la data effettiva in cui ciò ci auguriamo avverrà non sia ancora lontana.. Ma spero di essere smentito. Si e’ persa completamente la progettualità inerente all’utilizzo della sala master a Palazzo Nervegna per ospitare due percorsi di specializzazione, in management del turismo e viticoltura ed enologia, che nelle precedenti interlocuzioni avevamo concretamente ipotizzato. Lo spostamento di alcune facoltà in centro città sfruttando diverse sedi, l’ampliamento dell’offerta formativa con l’istituzione di corsi che rispecchino le vocazioni territoriali e consentano di attrarre anche studenti non brindisini, rappresentavano i cardini della passata gestione amministrativa, e oggi di fatto restano realizzati solo in parte. Certo, poteva andare peggio. Le precedenti gestioni commissariali avevano di fatto mostrato totale insensibilità alle sorti degli atenei, motivo per il quale qualche mese addietro abbiamo dovuto sudare le proverbiali sette camice per mantenere attiva l’offerta formativa sul territorio brindisino, e oggi si colgono alcuni risultati. Mi chiedo però quando finalmente potremo vivere in una città davvero “Universitaria”? Per questo e’ la politica, quella con la P maiuscola, quella fatta con passione e senza fini personali, a dover ritrovare la sua ragione di esistere, rappresentando oggi lo strumento per fare quel qualcosa in più che nessuna gestione commissariale (non per capacità, ma per naturale proiezione alla gestione ordinaria) potrà realizzare.

Marco Stasi, ex consigliere comunale

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*