“Braccianti agricoli, lavoro usurante”, avviata raccolta firme per modifica pensione

BRINDISI – Avviata la raccolta firme da parte della Flai Cgil per ridurre il tetto pensionistico nel settore agroalimentare. A Brindisi saranno installati dei gazebo nei mercati rionali e si potrà firmare anche nelle sedi del sindacato.

È stata avviata anche nella provincia di Brindisi la raccolta firme promossa dalla Flai Cgil nazionale, per la modifica delle norme di previdenza nel settore agroalimentare. Denso il calendario degli appuntamenti, che prevede iniziative in tutti i comuni della provincia e presso le aziende.

Antonio Ligorio

“Sono tre le richieste alla base della petizione – afferma il segretario generale della Flai Cgil di Brindisi Antonio Ligorio – la modifica della legge Fornero, la possibilità di estendere ai lavoratori agricoli e stagionali l’Ape sociale e la pensione anticipata, e la correzione della legge 335 del 1995 ovvero il calcolo pensionistico con sistema contributivo”.

Secondo il sindacato è impensabile che i braccianti raggiungano solo a 70anni l’età pensionabile.

“Si tratta di un mestiere usurante – continua Ligorio – che deve necessariamente essere riconosciuto dallo Stato: si provi ad immaginare quale sia la pressione psico-fisica subita da un lavoratore o da una lavoratrice sessantenne che per raggiungere l’agognata pensione giorno dopo giorno continui a svegliarsi alle tre di notte per recarsi a lavorare, dopo lunghe ore di viaggio, in una serra o sotto le coperture dei tendoni con una temperatura di 40 gradi. Quello che potrebbe sembrare un paradosso è in realtà la regola: nel nostro territorio, infatti, la giornata lavorativa del 60% Braccianti si svolge fuori provincia o fuori regione”.

L’obiettivo è quello di raggiungere un traguardo importante: l’abolizione delle storture normative del sistema pensionistico italiano, che non consentono ai lavoratori agricoli e della pesca, esclusi inspiegabilmente dall’elenco di chi svolge lavori gravosi, di accedere ai meccanismi dell’Ape sociale alla pensione anticipata per lavori precoci, creando così delle ingiuste differenze nel godimento dei diritti che dovrebbero essere garantiti a tutti i lavoratori.

“I lavoratori agricoli che sono disoccupati rischiano di essere penalizzati e di non accedere all’anticipo pensionistico agevolato. Uno dei requisiti, infatti, è quello di aver esaurito la prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi. Tuttavia, gli operai agricoli ricevono l’indennità di disoccupazione solo l’anno seguente a quello dell’evento della disoccupazione. Dunque per ragioni certamente non dipendenti dalla loro volontà, questi disoccupati rischiano di trovarsi nell’impossibilità di accedere all’Ape social pur essendo disoccupati da diverso tempo e aver ricevuto il relativo sussidio dopo una non breve attesa” scrivono dalla Flia Cgil.

È necessario, inoltre, modificare la Legge Fornero perché le lavoratrici ed i lavoratori del settore, dopo anni di sacrifici, redditi bassi e precarietà, corrono seriamente il rischio di andare in pensione a 70 anni, per giunta con una pensione bassissima.

Secondo il sindacato, a seguito delle regole introdotte dalla Legge 335 del 1995 che ha previsto il calcolo pensionistico con sistema contributivo, molti lavoratori dell’intero settore agroalimentare, causa la forte discontinuità e stagionalità lavorativa, avranno notevoli difficoltà a maturare i requisiti richiesti per la pensione. L’intervento richiesto serve anche a dare al settore la possibilità di rigenerarsi, attraverso l’ingresso di giovani assunti con contratti di lavoro rispettosi della legge.

Per queste ragioni tutta la Flai di Brindisi metterà in campo tutte le proprie energie: la campagna nei luoghi di lavoro, nei cantieri della forestale, nelle aziende agricole, nelle principali piazze della provincia e nelle sedi delle Camere del Lavoro Territoriali. Anche la provincia di Brindisi contribuirà così al raggiungimento dell’obiettivo nazionale delle 500 mila firme entro il 30 novembre 2017.

BrindisiOggi

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