Brindisi area ad alto rischio ambientale, le proposte dei medici

BRINDISI-Perplessità sulla localizzazione delle centraline, sulla gamma di inquinanti misurabili e sulla mancanza di monitoraggio di microinquinanti pericolosi.  Sui dati forniti dall’Arpa, secondo il gruppo di lavoro per la tutela della salute costituitosi al Comune,  emergerebbero delle criticità nonostante non superino i tetti di legge. Queste analisi avrebbero dei limiti.   Quale il rischio sanitario? Questa è una delle domande che si è posta il pool di professionisti. “Gli studi sull’impatto sanitario pur presentano il limite della mancanza di un registro tumori o di una datazione per alcuni di essi ferma all’inizio del decennio scorso- si legge nella relazione finale del gruppo di lavoro guidato dal medico radiologo Pierluigi Portaluri- hanno mostrato in passato eccessi di mortalità generale e per alcuni tumori, mentre studi specifici hanno rilevato eventi sanitari in relazione alle distanze di residenza dall’area industriale o in relazione all’innalzamento di alcuni inquinanti atmosferici, nonostante questi ultimi fossero in concentrazione inferiore ai limiti previsti dalla legge. Ciò evidentemente fa emergere l’importanza di una analisi non solo quantitativa ma anche qualitativa delle polveri. Destano preoccupazione i dati disponibili relativi alle malformazioni neonatali ed ai tumori della pleura”.

Nella città di Brindisi si registra un elevato carico emissivo di diversi inquinanti molti dei quali con effetti cancerogeni (tonnellate di ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particolato, metalli pesanti, benzene, IPA etc).

I dati annunciati qualche giorno fa dal direttore dell’Arpa Puglia Giorgio Assennato, sulla presenza dei tumori a Brindisi inferiore a Lecce e Taranto, si riferiscono solo al 2006 e riguardano solo un anno, quindi non si potrebbero fare valutazione.

Ma cosa si può fare? Il gruppo composto da medici e da esperti del settore ambiente hanno previsto una serie di proposte e obiettivi da raggiungere in collaborazione con il Comune di Brindisi e la Asl. Primo fra tutti adottare politiche per la riduzione delle emissioni massiche, da intendersi non solo in aria ma anche nelle altre matrici ambientali, autorizzando solo nuove attività industriali con minimo impatto ambientale e negoziando un programma di consistente riduzione degli impatti ambientali di quelle in esercizio, con particolare riferimento al settore energetico, con la progressiva riduzione del carbone, e la pianificazione della sua sostituzione con metano, nonche alle emissioni di benzene provenienti dal polo chimico. Effettuare controlli frequenti sui combustibili in ingresso e le scorie prodotte; potenziare i controlli sulle emissioni in aria, acqua e suolo. Riguardo al monitoraggio in aria, data la complessita degli scenari emissivi, sarebbe necessario aumentare la distribuzione di sensori di Benzene, PM2.5 e IPA in considerazione delle emissioni industriali, ed effettuare campagne di misura di PM1 e nanoparticelle. Installazione di una centralina o realizzazione di campagne di monitoraggio, che includano anche microinquinanti, nella zona prospiciente il porto (zona Marimisti, Fontanelle). L’attuazione del monitoraggio globale gia previsto per Brindisi con il Piano di risanamento del 1998 mai concretizzato. L’ARPA deve dotarsi del personale per le misure ai camini e le emissioni ai camini siano rilevate in continuo. Vista la gravita dello stato di inquinamento del territorio di Brindisi si rende necessario un approfondimento delle analisi riguardanti i risultati dei piani di caratterizzazione già prodotti, considerando la mole di dati ed il loro carattere spesso disomogeneo da un punto di vista spaziale e temporale.  Il Comune dovrebbe richiedere l’aggiornamento e la pubblicazione continua dei dati del registro tumori, la sistematica elaborazione dei dati sanitari in possesso della Asl – cause di morte, cause di ricovero, consumi di farmaci, esenzioni ticket, accessi al pronto soccorso, ecc – o di altri enti pubblici su infortunisticastradale, lavorativa, malattie da lavoro, infortunistica domestica, giornate di lavoro perso per malattia., ecc.

La conduzione di uno studio di coorte dei dipendenti del petrolchimico e di alcuni comparti dell’area portuale con un’analisi di mortalità e di incidenza contribuirebbe a dimensionare il ruolo eziologico della componente professionale per alcune patologie, in particolare i tumori pleurico e del polmone.  Per l’attivita di biomonitoraggio si propone la costituzione di una Bioteca frutto della collaborazione tra Comune, ASL e ARPA, CNR ed aperta alla partecipazione dei cittadini, per monitorare gli effetti delle azioni di riduzione degli inquinanti. Il Gruppo ritiene inoltre che sia necessario realizzare un Registro delle Malformazioni neonatali e che lo studio delle coorti lavorative sia esteso anche a quelle dell’industria energetica, cantieristica e portuale. Si chiede inoltre di istituire un Registro degli ex-Esposti all’Amianto-

Per poter svolgere i numerosi studi di approfondimento necessari ad avere un quadro completo si propone l’istituzione di un Osservatorio permanente, costituito da un team multidisciplinare di specialisti, con operatori appartenenti alle varie branche scientifiche necessarie, allo scopo di fornire dati accurati utilizzabili dall’Amministrazione Comunale per politiche di risanamento ambientale.

Le proposte sono tante ma secondo gli specialisti necessarie in un area ad alto rischio di crisi ambientale come quella di Brindisi. Per ora il Comune ha previsto 200 mila euro per la istituzione del Registro tumori. E’ un primo passo per una strada che sino a questo momento non era stata mai percorsa.

Lu.Po.

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