Bullismo, a smascherare il branco solo il coraggio di una ragazzina africana

BRINDISI-  (Da Il7 Magazine) Un ragazzo di 17 anni denudato e picchiato per strada davanti a decine di persone, il video messo in rete, è quello che è accaduto dieci giorni fa a Brindisi, una storia brutta , una storia di bullismo che la vittima ha cercato di nascondere ma che fortunatamente qualcuno ha avuto il coraggio di raccontare. Quel coraggio ha il volto di una giovane studentessa extracomunitaria, una ragazza di appena diciotto anni che  guardando il video dei soprusi e della violenza subita dal suo compagno ha sentito quel dovere e la responsabilità di denunciare tutto ai carabinieri. E’ stata lei , la sola,  tra centinaia di persone, ragazzi e adulti, che si sono imbattuti in quel filmato pubblicato sui social,  a provare dolore davanti alla sofferenza dell’amico e a rompere il silenzio  mettendo fine alla violenza. Francesco (il nome per ragioni di privacy è di fantasia) è stato tradito, invece,  dagli amici con i quali scherzava, dalla compagna di scuola a cui faceva i compiti e da quegli adulti che avrebbero dovuto difenderlo. Oggi questo ragazzone di 17 anni,  è ferito, deluso ma soprattutto arrabbiato, perché quando i bulli lo hanno preso di mira tutti hanno assistito alla violenza per strada ma nessuno ha mosso un dito per aiutarlo anzi più di qualcuno si è divertito a filmarlo e a postare sui social il video.

Da quel giorno è trascorsa poco più di una settimana, i giornali ne hanno riferito la cronaca perché i presunti responsabili sono stati denunciati ma nessuno sa veramente che cosa Francesco nasconde dietro quel sorriso forzato che cerca di imprimere sul suo volto. A raccontarlo è il suo papà che ancora stenta a credere che il figlio sia stato vittima di un gesto così ignobile. Lo incontriamo in presenza dei suoi avvocati: Maurizio Salerno del foro di Brindisi, Andrea Giacani e Kristina Petrova del foro di Roma. Con lui c’è anche Francesco, un bel ragazzo dal volto dolce, è seduto con le mani incrociate sulle gambe accavallate, come a voler mostrare disinvoltura, ma gli occhi non mentono, ha uno sguardo triste e il sorriso amaro. Francesco, lo scorso 5 novembre, ha subito una delle violenze più brutte che un ragazzo della sua età possa subire: è stato offeso, umiliato , denudato e picchiato per strada davanti a decine di persone da due ragazzi poco più grandi di lui, 18 e 19 anni, ora identificati e denunciati. Ma di tutto questo la sua famiglia non ha saputo nulla sino a qualche giorno fa. “Un pomeriggio mi hanno telefonato i carabinieri e mi hanno chiesto di presentarmi in caserma- racconta il papà del ragazzo che lavora come operaio- mi hanno detto che era successa una cosa a mio figlio. Io non sapevo nulla e mi sono subito spaventato”. L’uomo, dopo la telefonata, si presenta subito in caserma con il ragazzo. “Arrivati lì, mi dicono che era stato consegnato un filmato preso da Instagram dove si vedeva mio figlio perseguitato da due ragazzi che lo offendevano, lo spogliavano e lo picchiavano”. Il filmato postato sui social era stato consegnato ai carabinieri da una ragazza straniera, una amica di Francesco che, al contrario dei suoi coetanei, inorridita dalla scena, aveva coraggiosamente deciso di denunciare l’accaduto. Le immagini sono forti a tal punto da commuovere il carabiniere che le mostra al papà di Francesco. “Il tenete non ce l’ ha fatta, si è messo a piangere- racconta l’uomo- quello poteva essere anche suo figlio”.

Ebbene sì , il ragazzo umiliato, deriso e picchiato per strada poteva essere figlio di tutti ma non di quegli adulti che si vedono nello stesso filmato e che ridono e aizzano i bambini più piccoli a insultare il ragazzo a loro volta.

“Mio figlio quel pomeriggio si trovava in viale Commenda, nei pressi del bar Red & White. Stava andando a casa di una amica quando è stato avvicinato da un ragazzo di circa 20 anni che lui conosce. Questo lo ha bloccato e tirato per la giacca trascinandolo sino al parchetto che si trova di fronte al bar. Qui c’erano altri ragazzi tra i 17 e i 21 anni, ma anche ragazze, tra queste una compagna di scuola che mio figlio ha aiutato tante volte a fare i compiti. Lo hanno circondato e uno di loro ha cominciato ad abbassargli i pantaloni della tuta- racconta amareggiato il padre- Mio figlio tentava di tirarli su ma il ragazzo continuava ad abbassarli. Una volta rimasto con il sedere nudo gli hanno tirato schiaffi mentre tutti gli altri ridevano e lo insultavano chiamandolo “ricch…”, “cogl….”. A insultarlo non erano solo i ragazzi ma anche gli adulti che erano seduti vicino al bar e alla piazzetta e incitavano i bambini di circa 9 anni e insultarlo. Nessuno ha mosso un dito per difenderlo, nessuno ha detto una parola in suo favore”.

Francesco è rimasto solo, solo tra i suoi aguzzini e il pubblico consenziente. Il ragazzo ha tentato di difendersi ma ogni qualvolta cercava di bloccare le mani che lo spogliavano riceveva schiaffoni sul volto. Nel frattempo chi assisteva a tutto questo registrava con il cellulare l’aggressione. Non uno ma più telefonini hanno ripreso la scena, persino la compagna di classe, confesserà poi Francesco con gli occhi lucidi, quella compagna che lui aveva aiutato tante volte a fare i compiti, era rimasta lì a ridere di lui con il cellulare in mano. Il filmato, manco a dirlo, finisce in rete. In pochi minuti fa il giro della città, tutti lo vedono. E’ su Instagram, uno dei social più utilizzati dai ragazzi. L’umiliazione e la violenza subita da Francesco diventa gogna mediatica, c’è chi mette i like e chi condivide lasciando che il filmato si diffonda ancora più velocemente, se mai ve ne fosse bisogno. Tutto questo sino a quando una ragazza, un’amica di Francesco intercetta il video e nauseata lo porta ai carabinieri.

“Mio figlio non ha raccontato nulla a casa ma io gli ho sempre detto di parlare- dice il papà- perché parlando si possono risolvere i problemi. Io non voglio che ciò che è accaduto a mio figlio possa accadere ad altri ragazzi. Quanti giovani umiliati e aggrediti in questo modo non parlano e poi si suicidano. Non è giusto”.

Francesco nonostante la brutta esperienza continua a uscire e a frequentare gli amici, quelli veri, ma è molto turbato, è arrabbiato perché si sente tradito e perché è stanco. Pare, infatti, che non sia stata la prima volta, già in altre occasioni il giovane era stato preso di mira con pesanti “sfottò” ma mai si era arrivati a questo punto.

Quando accadono episodi come questi si parla di “bullismo” , di ragazzi che in gruppo e davanti a un pubblico si sento forti , si fomentano l’uno con l’altro cercando di dimostrare la loro forza con la sopraffazione. Ma quando il “bullismo” sfocia in aggressione fisica non si può fare a meno di parlare di violenza.

“Certo siamo davanti a un caso di violenza, violenza sessuale aggiungo- dice l’avvocato penalista Andrea Giancane- qui abbiamo la vittima che è stata denudata e palpeggiata contro la sua volontà. Al momento gli indagati sono accusati di violenza privata e diffamazione ma noi chiederemo anche la violenza sessuale. Come è giusto che sia”.

Il filmato consegnato ai carabinieri ha consentito di identificare i presunti responsabili, ma probabilmente ci saranno altri indagati, ad esempio chi ha girato il filmato e lo ha messo in rete. Gli investigatori ci stanno lavorando.

Nel frattempo Francesco cerca di riprendere in mano la sua vita me non è per nulla semplice. Sicuramente avrà bisogno di un supporto psicologico. Per aiutarlo si è già offerta la psicoterapeuta Isabella D’Attoma, una esperta nel campo che è disponibile a prestare la sua professionalità gratuitamente al ragazzo.

“Mio figlio ora dovrà affrontare un percorso molto lungo e doloroso ma tutta la famiglia è pronto a sostenerlo- dice il papà- ai genitori di quei ragazzi, invece, che si sono resi responsabili di questa violenza voglio consigliare di stare appresso ai loro figli, di seguirli perché se fanno cose simili anche loro hanno bisogno di aiuto”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

 

2 Commenti

  1. Viviamo in un mondo di mostri. Un abbraccio al ragazzo e alla sua famiglia, nella speranza che possano riprendersi da questo orrore.

    • Troppi vigliacchi e troppa violenza.
      Penso che molta responsabilita’ sia dei genitori, dei professori scolastici e nel non denunciare alle forze dell’Ordine gli abusi e violenze. Meritiamo l’invasione africana….

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