I chioschi ai quali tutti rinunciano : “Così come concepiti non coprono le spese”

BRINDISI –  (da IL7 Magazine) Resteranno chiusi ancora per un po’i tre chioschi posizionati sul lungomare del Casale. Le tre strutture amovibili per la somministrazione di cibi e bevande acquistate dal Comune di Brindisi e inserite nel piano di valorizzazione di uno dei posti più belli della città, non riescono a trovare un gestore. Anche i nuovi affidatari rinunciano all’assegnazione.

Su tre solo uno ha accettato l’affidamento, gli altri due, così come era accaduto per i primi tre in graduatoria, non rispondono alle comunicazione del Comune di Brindisi e fanno decadere il loro diritto. Ancora una volta si rimetterà mano alla graduatoria.

 I tre chioschi, pagati dall’amministrazione comunale ben 83mila euro ciascuno, sono stati montati in via Amerigo Vespucci sei mesi fa, esattamente a settembre scorso.   Ad agosto fu indetto il bando per l’assegnazione, ma ancora c’è incertezza. I box agli assegnatari non piacciono, sarebbero poco attrezzati e  non idonei a garantire un guadagno che permetterebbe il pagamento delle mensilità offerte al momento della gara. Le offerte sono state presentate prima che i partecipanti conoscessero le caratteristiche dei chioschi.

 Alla gara hanno partecipato oltre 50 persone. La base d’asta era di 210 euro al mese, ma qualcuno ha offerto sino a 2mila euro, per poi rinunciare successivamente.

Dopo le prime tre rinunce  arrivano anche  le altre. Scalando la graduatoria il Comune aveva assegnato provvisoriamente ad altri tre classificati: Pasquale Greco che aveva presentato un’offerta mensile di 1880 euro al mese, Carmine Coletta di 1820 al mese e Agata Zurlo di 1780.

Ma anche Coletta e Zurlo rispondono picche. Al momento solo Pasquale Greco ha accettato l’assegnazione confermando al Comune la volontà di firmare il contratto che durerà sei anni. Greco ha esperienza nel settore, qualche hanno fa gestiva il bar Eden al quartiere Bozzano, prima dell’arrivo dei nuovi gestori, gli stessi che si erano classificati primi nella gara dei chioschi del Casale. Ma sia padre e figlio, Elia e Arnaldo Moscatelli hanno rinunciato. Insomma gente che capisce di bar e locali pubblici.

Le motivazioni ufficiali della rinuncia sono sempre le stesse. I partecipanti alla gara cambiano idea una volta visionati i chioschi.

Così è accaduto per Carmine Coletta, quinto in graduatoria. Coletta è di Benevento, gestisce in Puglia nella provincia della Bat uno stabilimento balneare, nella sua città in Campania è titolare di una ditta di costruzioni, e aveva deciso di espandere i propri interessi lavorativi anche a Brindisi. Racconta di aver trovato il bando di gara in giro per il web, ha una convenzione con annunci specializzati. L’imprenditore campano aveva presentato un’offerta di 1820 euro ma dopo il sopralluogo ha comunicato agli uffici comunali  con posta certificata le ragioni per cui rifiuta l’assegnazione.

Ragioni simili a quelle già esposte dalla famiglia Moscatelli. “Una volta che abbiamo visionato il box – spiega Maria Maddalena Micco, moglie di Coletta –ci siamo resi conto che non saremmo mai riusciti ad ammortizzare le spese. Non è attrezzato e non ci sono gli spazi per  poter preparare gli alimenti: non c’è un piano cottura, ne una piastra, e il frigo non può contenere più di 20 bibite”.

Secondo gli assegnatari il box non varrebbe il costo di 83mila euro pagata dal Comune. “Con una cifra simile ti aspetti una struttura all’altezza – aggiunge la donna – ma lì dentro non possono lavorare due persone, e la porta dei due bagni, uno per il personale e l’altro per gli utenti, si apre all’interno e non all’esterno contro ogni criterio igienico- sanitario. Inoltre non ci sono utensili, mensole o altro per poter operare. Sembra che questi chioschi siano stati scelti da persone che non hanno conoscenza di questo settore”.

 A convincere i campani a rifiutare l’assegnazione anche l’impossibilità di predisporre all’esterno dei tavoli e delle sedie. “Quando abbiamo chiesto al tecnico se ci fosse la possibilità di allestire all’esterno – dice ancora la signora Coletta – c’è stato risposto che sarebbe stato valutato in seguito. Negata poi la possibilità di poter posizionare una struttura mobile anche per l’inverno come quella che c’è sul lungomare Regina Margherita. E’ chiaro che in queste condizioni l’investimento proprio non poteva funzionare, d’altronde ci siamo resi conto che questa zona di Brindisi l’inverno è morta, per quello avevamo pensato ad una alternativa al chiuso”. I vincitori della gara al fitto mensile devono aggiungere una polizza assicurativa per il valore della struttura. Insomma per loro il gioco non vale la candela, almeno per quanto avevano offerto al momento della partecipazione al bando. Offerte troppo alte rispetto allo scopo.  Da Benevento a Brindisi pensavano di aumentare il loro business.

Intanto dopo le nuove rinunce si passa agli altri nomi in graduatoria. Al settimo posto si trova Agnese Rizza con un’offerta di 1700 euro, segue Enzo Semeraro con 1500 euro di affitto al mese.  L’ufficio di palazzo di città ha comunicato l’assegnazione provvisoria ai due nuovi vincitori del bando. Bisognerà attendere la loro risposta.

Al posto dei nuovi box per anni ci sono stati due furgoni che vendevano panini, avevano anche  messo tavoli e sedie lungo il viale ma senza le dovute autorizzazioni.  A settembre scorso gli storici paninari sono stati mandati via.

Lucia Portolano

per IL7 Magazine

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