Il Consiglio regionale approva: sale gioco oltre 250 metri dai luoghi sensibili, Distante: “Tutelati migliaia di posti di lavoro”

BARI -Il Consiglio regionale ha approvato con 37 voti favorevoli e 6 voti contrari del M5S la proposta di modifica alla legge regionale n. 43/2013 in materia di ‘Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)“. L’innovazione principale riguarda le modalità di applicazione del distanziometro che tutela e salvaguarda le attività esistenti. Le nuove autorizzazioni non verranno concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore ai 250 metri da istituti scolatici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie ospedaliere e luoghi di culto. La legge pugliese  restringe la vicinanza e salve le attività già esistenti, in quanto precedentemente si parlava di una distanza di 500metri. Questo significava che quasi tutte le attività avrebbero chiuso. La nuova norma sarà applicata alla richiesta delle nuove autorizzazioni. Per nuova autorizzazione è da intendersi l’installazione di apparecchi aggiuntivi. L’ampliamento dei locali superiore al 50% della superficie esistente o il trasferimento dell’attività in altro locale è equiparato a una nuova apertura. I gestori di centri scommesse, sale gioco e tutto il personale che vi opera dovrà frequentare, con periodicità biennale, corsi di formazione organizzati dalle ASL e da altri soggetti che saranno individuati con provvedimento della Giunta regionale. La Giunta regionale promuoverà la stipula di apposita convenzione con Enti, Associazioni di settore e Asl di una serie di iniziative nell’ambito della prevenzione, della vigilanza e del contrasto alla violazione delle norme nazionali e regionali in materia. “La proposta votata a larga maggioranza dall’Assemblea regionale – dichiara il presidente Sapar, Domenico Distante – va nella giusta direzione, premia gli sforzi fatti dalle organizzazioni di settore e dai sindacati, riconosce i numerosi punti di condivisione e soprattutto tutela migliaia di posti di lavoro. Riteniamo che quanto fatto in Puglia, con spirito di grande collaborazione,  possa costituire un modello pilota da applicare anche nelle altre regioni d’Italia”.

 

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