Dismissione della centrale a rischio 1200 lavoratori, i sindacati chiamano in raccolta le istituzioni: “Subito un Osservatorio sull’energia”

BRINDISI- Dismissione entro il 2025 della centrale Enel Federico II, i lavoratori temono per il proprio futuro occupazionale, a rischio 1200 famiglie tra diretti e indotto.   I lavoratori delle diverse Società del Gruppo ENEL di Cerano si sono riuniti in un’assemblea convocata dalle segreterie territoriali di categoria e alla presenza dei segretari nazionali e delle strutture regionali di FILCTEM FLAEI e UILTEC.

“La proposta del Governo- affermano- avviene mentre nel Paese permane uno stato di crisi economica e di bassa crescita, in particolare nel Mezzogiorno, motivo per cui diventa prioritaria l’attuazione di politiche per uno sviluppo sostenibile che sappiano necessariamente salvaguardare l’occupazione, coinvolgendo in questo, in maniera vincolante, le stesse aziende interessate alla fase di de-carbonizzazione.”

L’assemblea rilancia la necessità, già evidenziata dal sindacato confederale e di categoria, della costituzione di un Osservatorio per l’energia, con la partecipazione dei ministeri competenti, enti locali, mondo accademico e parti Sociali, per avviare una fase di programmazione, consultazione e monitoraggio, finalizzata all’attuazione di una politica energetica sostenibile sia sul versante ambientale che su quello sociale e occupazionale.

I sindacati ritengono indispensabile una transizione energetica graduale e con tempistiche adeguate, alla quale si affianchi necessariamente un nuovo progetto per il futuro produttivo del sito di Brindisi, sostenuto da un piano dedicato di investimenti.

Sulla vicenda sarà chiesto l’intervento del Prefetto di Brindisi e, quindi, del Governo  con il coinvolgimento di tutte le istituzioni locali,  per un approfondimento sulla complessa situazione che rischia di determinarsi per l’impianto ENEL di Brindisi che, in assenza di adeguati interventi correttivi sull’ipotesi della SEN e di nuovi investimenti per l’innovazione e la trasformazione della Centrale, rischia di concretizzarsi con la sola dismissione al 2025 e con la conseguente perdita di tantissimi posti di lavoro diretti e dell’indotto.

BrindisiOggi

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*