Vestito nero e scarpe rosse: la protesta delle donne brindisine

BRINDISI – Una catena umana fatta di donne brindisine sul lungomare Regina Margherita davanti alla nave Rainbow Warrior III di Greenpeace per dire ‘basta’ all’inquinamento e per lottare e condividere la battaglia degli ambientalisti contro i colossi industriali. Le volontarie dell’associazione ‘Io Donna’ di Brindisi e il ‘Laboratorio teatrale femminile’ diretto da Sara Bevilacqua vestiranno abiti neri e scarpe rosse in segno di protesta e saranno presenti alla manifestazione promossa dalla rete ‘Emergenza Edipower’ che si svolgerà alle 18.30 di venerdì primo agosto.

Quella di Brindisi è l’ultima tappa che la nave di Grennpeace farà in Italia, questo perché sul territorio brindisino sorge una delle centrale a carbone più importanti d’Europa: la centrale Enel Federico II di Cerano. Gli ambientalisti considerano questa  centrale  tra le più inquinanti d’Europa.

“Non è casuale – dicono- la scelta di Brindisi per l’ultima tappa italiana del tour di Greenpeace per dire addio alle fonti fossili, obsolete e inquinanti. Brindisi, infatti, è l’unica città in Italia nella quale sono presenti ben due centrali a carbone: una di queste, quella di Cerano di proprietà di Enel, è già stata individuata nel 2011 dall’Agenzia Europea per l’Ambiente come l’impianto industriale più dannoso in Italia”.

“In questo modo – scrivono dalle associazioni – vogliamo caratterizzare  la nostra presenza alla manifestazione dando priorità al nostro essere donne e non soggetti neutri, anche rispetto alle problematiche economiche, sanitarie ed ambientali che coinvolgono la nostra città.”

Nelle esperienze politiche, creative e culturali che stiamo realizzando il corpo femminile è centrale nella presa di parola e nell’azione contro la violenza di genere e la discriminazione sessuale.

“Oggigiorno, come in passato, il nostro territorio è oggetto di un’aggressione sociale, sanitaria ed ambientale da parte di forze economiche e politiche che non attribuiscono alcun valore ai beni comuni e ai sistemi vitali, che, lo ricordiamo,  non gli appartengono e non possono essere assoggettati a logiche di sfruttamento e a scopo di profitto. La nostra città e l’ambiente necessitano di cura, rispetto ed autodeterminazione e per questo manifesteremo, invitando altre donne a condividere con noi questa lotta.” Concludono le donne brindisine.

 BrindisiOggi

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