“Carte sbagliate”salta il Consiglio. Ferrarese: “Se il governo lascia i soldi per l’Università non mi dimetto”

BRINDISI- Solo 11 consiglieri provinciali presenti, la maggior parte di minoranza, anche se in assise si presentano il capogruppo del Pd Damiano Franco, e il consigliere di Sel Francesco Fistetti, i  numeri non ci sono, e  il consiglio provinciale salta. Alle 10 non si raggiunge il numero legale, i consiglieri di Ferrarese non si presentano. E ancora una volta slitta la discussione dell’importante documento finanziario sugli equilibri di bilancio. Ferrarese ormai è a casa da due settimane, dopo aver consegnato le sue dimissioni da presidente della Provincia, dimissioni che saranno valide solo dal 22 ottobre, salvo retromarce dell’ultima ora. Una parte del partito democratico non ci sta, Franco si presenta in aula insieme ad altri due consiglieri del suo partito, ma sono troppo pochi per permettere  l’avvio dei lavori. Intanto l’assessore provinciale al Bilancio Enzo Baldassarre, espressione del Pd, fa recapitare a tutti i consiglieri una lettera dove annuncia che l’ordine del giorno sugli equilibri di bilancio viene ritirato “in quanto si rilevano incongruenze tecniche nonché di stampa e di impaginazione- si legge nella missiva- Si provvederà quanto prima a emettere nuova proposta di deliberazione consiliari con i dovuti pareri tecnici”. Come per dire: abbiamo sbagliato a scrivere, ritiriamo tutto, prendiamo tempo e rinviamo la questione. Ed infatti in mattinata i capigruppo presenti si sono riuniti e hanno riconvocato il consiglio provinciale con lo stesso ordine del giorno al 19 ottobre prossimo. Il partito democratico emette un comunicato a firma dei consiglieri provinciali, assessori e segretario provinciale nel quale ribadisce la volontà di trovare una soluzione per approvare gli equilibri senza togliere servizi e aumentare le tasse. E nello stesso tempo Ferrarese annuncia con una nota che  è pronto a ritirare le dimissioni a  condizione che il Governo, su richiesta dei parlamentari locali, vari un decreto urgente per far stornare dal taglio, imposto dalla legge del 7 agosto, la somma per salvare l’Università di Brindisi e la Santa Teresa Spa. “Sono ancora qui per chiedere ai parlamentari di questa terra – afferma il presidente dimissionario- di chiedere al Governo un decreto urgente, ottenibile in pochi giorni, per farci stornare dal taglio, imposto sempre dalla stessa legge del 7 agosto, la somma per salvare l’Università di Brindisi e la Santa Teresa Spa dove lavorano più di 140 dipendenti. Se in questi giorni che rimangono e nei quali sarò ancora qui a lavorare dovessi avere il benestare da parte del Governo affinché Brindisi non perda lo status di capoluogo; mi impegno con voi, già da ora, a ritirare le dimissioni e rimanere, quindi, fino al futuro accorpamento, anche nelle vesti di semplice liquidatore”.

Ciascuno gioca la sua partita, qualcuno provoca, e la patata bollente passa di mano in mano. Intanto la gente ormai è stufa.

Lucia Portolano

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