Fratelli d’Italia: “Il sindaco non ha nessun potere sul porto, la sua posizione è personale non può trascinare la città”

BRINDISI-  Il sindaco di Brindisi raccoglie l’appello del sindaco di Napoli De magistris e apre il porto di Brindisi ai 49 migranti che da due settimane sono in balia del Mar Mediterraneo. Sulla posizione di Riccardo Rossi interviene il vice coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia e il coordinatore provinciale Riva Destra, Massimiliano De Noia. Riceviamo e pubblichiamo il suo intervento. “La solidarietà verso il sindaco di Riace, rinviato a giudizio per la gestione migranti (associazione a delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione i capi d’accusa); la visita al CPR di Restinco che noi abbiamo messo a confronto con le storie dei brindisini invisibili, ci avevano messo sull’attenti e manifestare la posizione di Fratelli d’Italia Brindisi nel seguire la “linea Meloni”; ovvero la denuncia di chiunque non volesse rispettare la legge nazionale (tutto pubblicato sulla nostra pagina Facebook: “Fratelli d’Italia per Brindisi”). Sentivamo i tuoni e alla fine è venuta giù la pioggia. E così è stato. Per questo le dichiarazioni del sindaco non ci hanno colto di sorpresa. Ci lascia perplessi però detta posizione. Ci viene imbarazzante ricordare (non foss’altro per i celebri comizi e parole sulla legalità) che non esiste potere dei sindaci sui porti e che non è la decisione personale del singolo, benché sindaco, a decretare l’incostituzionalità di una norma. Vorremmo ricordare che, ogni comportamento doloso diretto a sovvertire le istituzioni costituzionali o a violare la Costituzione (che definisce ambiti e prerogative delle istituzioni) è esso stesso attentato alla Costituzione. Abbiamo sentito parlare di disobbedienza civile. Ma ci teniamo a ricordare che la disobbedienza civile è un’azione personale, individuale. Non può trascinare una città intera ad una posizione ideologica antilegalità. Se non altro perché, arriviamo così all’aspetto politico, decretare autonomamente, quali legge rispettare e quali violare non da una bella immagine di una città che ha ben altri obiettivi e che ha faticato non poco a togliersi di dosso l’idea di città dell’illegalità di qualche decennio fa. Non vorremmo ritrovarci inoltre nella situazione di crisi perenne delle città, Napoli e Palermo, di quei sindaci che, prima di lei, si sono sbilanciati in avanti (si fa per dire, dato che rimangono comodamente seduti sulle loro poltrone e a stringere la cinghia, sono sempre i singoli cittadini). Una situazione ben evidente dal dormitorio su cui la nostra attenzione ha denunciato la realtà raccapricciante. Notiamo, per concludere, che plaudono alla sua decisione la comunità africana e il sindacato. La cosa è ancor più preoccupante perché entrambe non rappresentano che se stessi (il sindacato dovrebbe rappresentare i propri tesserati in altre sedi) e non un’intera città; per cui, quando le posizioni particolari vorrebbero sovvertire gli interessi generali, c’è sempre qualcosa che non va nella democrazia soprattutto se si rappresenta il 23,5% di consensi che solo arrembaggi successivi al primo turno, per una presunta legalità (che adesso ha il sapore della beffa), hanno portato alla nomina”.

1 Commento

  1. Noto che per un solo commento si fa tanto baccano,avrei gradito questo rumore quando per anni i leghisti hanno e stanno ancora sputando in faccia gli italiani.Qualcuno,di parte sicuramente, ha dimenticato. oppure solo perchè al Governo ci stavano anche loro non se nepoteva parlare?

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