I pm chiedono l’ergastolo e l’aggravante terroristica: “Vantaggiato lucido voleva uccidere”

BRINDISI- Una lunga requisitoria, durata circa cinque ore. Chiesta la condanna per Giovanni Vantaggiato per strage con l’aggravante della finalità terroristica. Per lui i pm della Dda di Lecce, Cataldo Motta e Guglielmo Cataldi, hanno chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per tre anni e la confisca di tutti i beni sequestrati.

Il massimo della pena che si poteva chiedere per l’imprenditore di Copertino accusato della strage alla scuola Morvillo Falcone, esattamente un anno fa, dove morì Melissa Bassi e rimasero feriti altri nove studenti. Accusato anche del tentato omicidio di Cosimo Parato.

Non ci sono dubbi per la pubblica accusa l’attentato aveva finalità terroristica. Rientra nei  casi previsti dal codice penale, lo confermano alcune sentenze della Cassazione, ma anche la norma comunitaria. C’è finalità terroristica quando si creano gravi danni al Paese e il gesto serve a intimidire la popolazione. Motta ricorda tutte le dichiarazioni rilasciate dai ministri, dal presidente della Repubblica, dal sindaco di Brindisi e anche dal porta voce del Vaticano che parlavano di gesto che aveva colpito il cuore della Stato, la scuola,  e aveva portato terrore tra la gente. Allarme generalizzato quello che si era creato in quei giorni. “E’ stato lo stesso Vantaggiato- afferma Motta- a dichiarare al gip che lo aveva fatto perché ce l’aveva con il mondo”.

Se gli verrà riconosciuto l’aggravante questo inciderà sul sistema carcerario, sul fatto che non potrà ottenere misure cautelari diverse dal carcere, e non gli verrà riconosciuto alcuno beneficio, o permesso. Almeno in teoria.

Vantaggiato un uomo  lucido che pensa solo ai soldi, alle banche, ai titoli di credito, che apprezza l’operato della Merkel. Lo descrive così il pubblico ministero, basta ascoltare le intercettazioni ambientali dove lui parla solo di questo. Non aveva problemi economici, né tanto meno è un pazzo. “La pensa solo in maniera diverse”, ha detto il pm.

Durante le cinque ore di requisitoria Giovanni Vantaggiato era in aula dietro le sbarre, ascoltava parola per parola, ogni tanto si alzava in  piedi. A pochi passi c’erano le ragazze rimaste ferite, le amiche di Melissa indossavano una maglietta bianca con la foto della loro compagna di classe, dietro c’era scritto il loro nome.

Il primo a parlare è stato il pm Guglielmo Cataldi, ha descritto minuto per minuto il 19 maggio scorso. La  ricostruzione di quei momenti fatta con le testimonianze del custode della scuola, del bidello e delle stesse ragazze. Selena che racconta di aver visto Melissa,  di aver baciato la sua mano e di averle detto di non preoccuparsi. “Poi Melissa è morta”.

Si è rivolto più volte a Vantaggiato si è girato verso la sua cella. “Vi è la prova provata che lui voleva uccidere. Ha visto quelle ragazze attraversare, andare vicino il bidone, poi l’esplosione, e lui dalla sua posizione vedeva tutto. Non voleva uccidere nessuno in particolare, ma qualsiasi persona”.

Lo hanno ricordato più volte in aula i due pubblici ministeri, era stato lo stesso Vantaggiato a dire al gip, ma anche a loro che aveva fatto esplodere la bomba di giorno perché di notte non c’era nessuno e non avrebbe fatto lo stesso effetto.

Lui voleva uccidere non ha dubbi la pubblica accusa. Quattro gli elementi che confermano questa volontà. La bomba collocata di notte ma fatta esplodere di giorno, posizionata in una zona pedonale fuori dalla scuola. Ha premuto il telecomando per azionare l’ordigno solo dopo che le ragazze hanno attraversato. La sua visuale era completa, poteva vedere tutto. A questo si aggiunge il terzo elemento. Al gip che gli aveva chiesto cosa voleva realizzare con quella esplosione , lui ha risposto: “quello che è successo”. E poi il ritrovamento dopo l’attentato da parte delle forze dell’ordine di altri tre ordigni, uno di questi simile a quello della scuola. L’imprenditore era pronto a fare altro.

Inoltre la bomba alla Morvillo Falcone era 15 volte più potente di quella fatta esplodere sotto casa di Parato, e l’imprenditore di Copertino sapeva benissimo quali erano state le conseguenze.

Questo alla base della condanna richiesta dalla pubblica accusa. Un passaggio poi Cataldi lo ha fatto sulla moglie di Vantaggiato: “Ho sempre pensato che la moglie conoscesse tutta la vita di Vantaggiato, e che non era possibile che non lo avesse riconosciuto dai fotogrammi girati in tv. Ma su ti lei non ho mai indagato, non ci sono mai state prove”.

Sul fatto di Torre Santa Susanna secondo i pm non c’è nulla da aggiungere, l’attentato a Cosimo Parato è talmente chiaro, Vantaggiato ha anche confessato.

La richiesta dell’ergastolo e dell’aggravante terroristica arriva a due giorni dal primo anniversario della morte di Melissa. Se non ci fosse stato un rallentamento per la mancata presenza di Parato al processo, forse la sentenza sarebbe già arrivata.

La prossima udienza è stata fissata per il 23 maggio prossimo quando saranno ascoltati i legali delle parti civili.

Lucia Portolano

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