Il coraggio di un imprenditore fa arrestare il suo estorsore. L’antiracket parte civile

BRINDISI–  Stanco delle continue minacce e atti intimidatori aveva denunciato il suo estorsore allo sportello antiracket  Salento di Brindisi.  Da quel momento gli agenti di polizia avevano attivato le indagini sino ad arrestare Walter Leo 45 anni di Brindisi . La vittima,Giovanni Ribezzi, 56 anni ,titolare  di una vetreria in via Grazia Balsamo  ha avuto il coraggio di ribellarsi al suo aguzzino. Il fatto risale a luglio scorso.  A distanza di qualche mese questa mattina davanti al GUP del Tribunale di Brindisi, Maurizio Saso,  si è tenuta la prima udienza del processo contro Leo, accusato di estorsione, incendio e istigazione a delinquere, minacce per costringere a commettere un reato, circostanze aggravate dal fatto che l’imputato ha precedenti specifici e reiterati per tutti gli stessi reati. Leo ha chiesto il rito abbreviato.

L’Associazione anti racket e usura del Salento, presieduta da Maria Antonietta Gualtieri, si è costituita parte civile, con l’avvocato Pierfilippo Centonze. La vittima è rappresentata e difesa dall’avv. Francesco Cavallo di Antiracket Salento, che offre patrocinio ai suoi iscritti.“

Siamo solo all’inizio di un cambiamento radicale circa l’emersione dei fenomeni estorsivi sul territorio brindisino –commenta la presidente di Antiracket Salento, Maria Antonietta Gualtieri– Iniziamo a dare le prime risposte concrete alla gente, ricordando  che in questo caso specifico, il coraggio che la vittima ha dimostrato rivolgendosi a noi e chiedendo aiuto, ha portato risultati rapidi e decisivi”.

I fatti. Leo lo scorso febbraio aveva tentato di spillare 440  euro a Ribezzi come pagamento di presunti danni causati da un incidente stradale. Danni mai accertati e comunque non esigibili visto che l’automezzo di Leo era privo di assicurazione. In quell’occasione, Leo aveva minacciato Ribezzi di dar fuoco alla sua vetreria e al camion. E fu così. La notte del 3 maggio scorso, un incendio distrusse il furgone Fiat iveco di Ribezzi parcheggiato invia Gracchi.

A giugno gli investigatori interrogarono Leo in questura. Dopo l’interrogatorio, l’uomo ha telefonato a Ribezzi minacciandolo : «sono stato convocato in questura…mi hanno chiamato…se ti chiameranno per il riconoscimento dì che non mi conosci…se invece lo farai taglierò la gola a te, tua moglie, tuo figlio ed anche alla tua nipotina, perché so anche che hai una nipotina…».

Con l’arresto del suo aguzzino è finito l’ incubo per l’imprenditore. L’udienza è stata aggiornata al 7 maggio prossimo.

Lu.Po.

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