Il fenomeno: troppi minorenni nei centri scommesse a Brindisi, parla un titolare

BRINDISI- Troppi minori nelle sale da gioco e nei centri scommesse  di Brindisi eppure  gli adulti fanno finta di niente.

Sono ragazzini tra i 14 ed i 16 anni, appassionati di calcio ma che piuttosto invece di fare due tiri a pallone preferiscono compilare le distinte per le scommesse. Tutto questo però è vietato dalla legge.

Il fenomeno dei ragazzini nei centri scommesse è piuttosto diffuso in città come in provincia. Più i centri sono grandi ed affollati, più è facile incontrare minorenni impegnati a scommettere.

“Che cosa ci possiamo fare” racconta il titolare di uno dei centri scommesse del capoluogo, e che, per ovvi motivi,  preferisce rimanere nell’anonimato “Noi lavoriamo e non abbiamo tempo per controllare chi entra e chi esce dal locale. Se siamo troppo fiscali poi la gente ci fa problemi”.

In realtà i problemi veri sorgono se le forze dell’ordine passando a setaccio queste sale si accorgono delle violazioni.

La legge vieta anche solo l’ingresso dei minori in questo tipo di attività. L’articolo recita: “Non è consentito l’accesso alle sale giochi ai minori, che hanno compiuto gli anni 14 ma non ancora gli anni 18, nelle ore antimeridiane durante il periodo di apertura delle scuole, a meno che non siano accompagnati da familiare o altro parente maggiorenne”.

Solo durante il mese di agosto due centri scommesse tra Fasano e Cisternino sono stati colti in fallo dalla Guardia di Finanza. Tre minori sono stati sorpresi nelle sale mentre scommettevano. I titolari se la sono vista davvero brutta. Una multa da alcune migliaia di euro e la chiusura per 30 giorni dell’esercizio.

Il decreto Balduzzi ha infatti rafforzato le disposizioni della Legge 15 luglio 2011, n. 111, che sancisce il divieto di partecipazione dei minori ai giochi pubblici con vincita in denaro, inasprendo le sanzioni. Gli esercizi rischiano una  sanzione con pena pecuniaria da 5.000 a 20.000 euro, con la chiusura da 10 a 30 giorni e, nel caso la violazione riguardi apparecchi e congegni da gioco, anche con la sospensione per il trasgressore, compresa tra 1 e 3 mesi, dall’elenco degli operatori.

Forse il gioco vale la candela, direbbe qualcuno, non sempre. I ragazzini non scommettono grandi somme, anche se  sono dei frequentatori assidui.

Io conosco la legge– si giustifica l’anonimo titolare del centro scommesse- sono i genitori dei ragazzi che fanno finta di non conoscerla. Quando mandi indietro i figli poi vengono i padri e ti dicono parole”.

 Lucia Pezzuto

 

 

 

 

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