Il Pd pronto a denunciare la Vincenti: “Dice così perchè ha perso”

BRINDISI- La candidata alle primarie del Pd Antonella Vincenti aveva annunciato,  attraverso alcuni organi di informazione, che si rendeva disponibile ai magistrati per testimoniare sullo svolgimento delle primarie del centrosinistra in terra di Brindisi. Questo dopo la notizia che la Procura di Brindisi aveva  aperto un’indagine sulle primarie Sel. Dopo le accuse della coordinatrice regionale della donne del Pd interviene la segreteria provinciale del partito, annunciando possibili azioni legali contro la stessa per tutelare l’immagine del partito. “Il Pd valuterà ogni ulteriore opportuna azione, anche di natura legale, nei confronti di Vincenti- si legge in una nota della federazione provinciale– per tutelare l’onore, il decoro, la serietà e l’immagine pubblica del Partito Democratico e di tutti i suoi dirigenti, rappresentanti, militanti ed elettori.

“Il processo organizzativo delle primarie, in provincia di Brindisi, è avvenuto nel rispetto pedissequo del regolamento nazionale, ed alcun tipo di obiezione rispetto all’organizzazione delle medesime primarie è stato mai sollevato da alcuno dei candidati- scrivono dalla Federazione del partito democratico– Sorge pertanto il legittimo sospetto che le rimostranze espresse – con tre mesi di ritardo, e solo sui mezzi d’informazione da Vincenti, siano unicamente legate alla delusione per il risultato personale ottenuto, che vede la Vincenti classificarsi al quarto posto, preceduta nell’ordine da Tomaselli, Mariano e Montanaro”.

“In merito alla composizione della lista dei candidati alle primarie si ricorda che: in provincia di Brindisi, secondo il regolamento, potevano candidarsi alle primarie per i Parlamentari fino a 12 persone- continuano dal Pd- Le candidature presentate sono state 8 : 5 donne e 3 uomini. Pertanto, una richiesta di parità di genere si sarebbe potuta perseguire, unicamente, con la candidatura di ulteriori due uomini, e mai con la discriminazione, e conseguente soppressione, di due candidature femminili, così come invece auspicato da Antonella Vincenti. Le osservazioni di Vincenti sono pertanto la negazione in termini dei principi ispiratori della Conferenza Regionale delle Donne Democratiche. Davvero uno strano modo di interpretare e difendere le pari opportunità. D’altronde Vincenti non è nuova, purtroppo, alla strumentalizzazione del tema delle pari opportunità a fini unicamente personali come acclarato in modo inequivocabile anche dal TAR di Lecce, nella sentenza con cui respingeva il ricorso della stessa contro il Comune di San Donaci”.

 Brindisioggi

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