Inseguimento e spari contro Marini si cerca la Lancia Lybra

MESAGNE– E’ stata depositata questa mattina presso il commissariato di polizia di Mesagne la denuncia a carico di ignoti da parte del presidente dell’associazione antiracket “Legalità e sicurezza” Fabio Marini dopo che sabato scorso è stato vittima di un inseguimento sulla strada statale 613 (Lecce – Brindisi). Il mesagnese è stato nuovamente ascoltato dal dirigente Sabrina Manzone e l’ispettore Eupremio Marzo. Le indagini sono state avviate per identificare i responsabili del vile atto.

I malfattori – si presume essere tre uomini dalla ricostruzione fatta dagli investigatori – che a bordo della Lancia Lybra di colore grigio hanno inseguito Marini per diversi chilometri sparando anche qualche colpo d’arma da fuoco e tentando di farlo accostare per un tentativo di truffa o di rapina, possono avere le ore contate.

Il presidente Fabio Marini stamane si è recato al commissariato della sua città e ha sporto denuncia, così come già preannunciato a BrindisiOggi.it a poche ore dall’accaduto. Il location manager ha nuovamente ricostruito assieme agli inquirenti quanto capitato sabato 20 luglio scorso e avrebbe, inoltre, fornito altri elementi utili per risalire agli autori del gesto.

“Sono sereno e ho iniziato la nuova settimana lavorativa normalmente e serenamente. – sottolinea Fabio Marini – Stamane ho sporto regolare denuncia affinchè si possa giungere ad una conclusione e spero soprattutto, qualora qualcun altro fosse stato vittima come me di un atto simile, di comunicarlo immediatamente alle forze dell’ordine”.

Le intenzioni, di chi sabato sera era a bordo della Lancia Lybra e che all’altezza dello svincolo per San Pietro Vernotico ha iniziato a tallonare Marini alla guida della sua Fiat Grande Punto, rimangono a 48 ore dall’accaduto sconosciute. Fabio Marini è stato preso di mira intorno alle ore 22.30, mentre ritornava a casa da Lecce, dopo l’intera giornata trascorsa a lavoro. L’inseguimento, con fari scagliati contro la Grande Punto e più volte urtata dalla Lybra, è durato fino alle porte di Brindisi, fino a quando le volanti della questura del capoluogo, dopo la segnalazione telefonica del presidente antiracket, hanno raggiunto la vittima.

La prima ipotesi avvalorata dagli investigatori è stata quella – vista la dinamica del malfatto gesto – di un tentativo di truffa ai danni del presidente antiracket ma visto il ruolo che ricopre oramai da cinque anni nell’associazione e le battaglie che continua a sostenere contro la criminalità organizzata, non è  escluso che possa essersi trattato di un atto criminoso indirizzato proprio a lui.

Maristella De Michele

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