La città che punta sul turismo ma che si “incarta” sul Natale, scusateci se abbiamo sognato anche noi

BRINDISI- Sei comuni, tre del Brindisino (Ostuni, Cisternino, Ceglie Messapica)  hanno lanciato il brand Natale in Valle d’Itria. Con 30 mila euro Lecce ha reso in poche ore piazza Sant’Oronzo e le vie limitrofe tra le più belle della Puglia. Città e paesi che hanno deciso di “utilizzare” il Natale come momento di attrattività turistica. Foto e selfie viaggiano a gran velocità sui social, questa pubblicità si trasforma in visitatori, economia e turismo. È la nuova legge del mercato che poi è la più vecchia, quella del  passa parola. Anche Brindisi ci prova e stanzia 182mila euro, superando di gran lunga il budget di queste città (Lecce compresa) ma il risultato, nostro malgrado, non è lo stesso. Almeno per il momento qualcosa non funziona. Le cassette del mercatino di Natale in piazza Vittoria (17 mila euro)  restano vuote, su 16 nel primo periodo ne vengono affittate solo 7 di cui tre sono dello street food ( che all’inizio era stato escluso dall’amministrazione, tanto da dover modificare poi la delibera). Ma non solo, in corso d’opera vengono anche dimezzati gli affitti nella speranza che qualche commerciante possa essere interessato all’assegnazione. Le restanti casette vengono distribuite alle associazione gratuitamente. Per le luminarie si spendono 35mila euro, servizio appaltato ad Energeko che a sua volta appalta ad una ditta esterna (questo ormai lo si fa da diversi anni. Ma ancora non è chiaro che senso ha appaltare ad una società a totale capitale pubblico un servizio che non può espletare e che poi dovrà affidare esternamente a terzi. La legge comunque lo permette). Dopo quattro giorni dall’accensione, con corto circuito compreso nella notte tra l’8 e 9 dicembre dell’albero di Natale che manda in tilt anche l’illuminazione pubblica, il Comune si rende conto che le luci montate non sono quelle che erano state viste in foto al momento dell’assegnazione del servizio. Il dirigente comunale invia una lettera di contestazione all’Energeko. Intanto però le tendine e l’albero sono state già montante e accese. Nello stesso giorno l’amministratore unico della società partecipata aveva già dato le sue dimissioni (si immagina non per le luci ovviamente). Cercando di superare il flop delle casette e la delusione delle luci con corsi vuoti e desolati ora si spera negli eventi organizzati per le festività. Un bel calendario da 132 mila euro, Capodanno compreso, che il Comune “ha appaltato” alla Fondazione del Nuovo teatro Verdi che ha seguito i propri criteri per scegliere manifestazioni ed eventi. L’inizio non è stato tra i più entusiasmanti con la polemica sull’installazione interattiva costata 5mila euro più Iva: la sagoma luminosa di un cervo (che riprende la nota forma della testa di cervo del porto di Brindisi). Ancor meno ha entusiasmato l’idea di aver creato una postazione per poter fare un selfie dove spuntano le corna. Si spera che nel frattempo possa diventare un’attrattività per i visitatori. Nei primi giorni però non pare abbia avuto un gran successo. Alle critiche l’organizzatrice dell’installazione ha risposto con un commento su Facebook: “In fondo non si può pretendere che tutti capiscano il senso di un’installazione artistica, quindi faremo in modo che anche i commenti possano fungere da ricognizione su quanto la comunità brindisina possa essere pronta rispetto a certe attività. E se constateremo che non si è pronti vorrà dire che magari il prossimo anno realizzeremo luminarie a forma di pettole…e sicuramente gioiranno”. Insomma non siamo pronti a capire questa arte contemporanea. Né tanto meno siamo pronti a capirne l’esoso costo.

Questo il racconto di quello che è stato. Queste le scelte che sono state adottate. Perdonateci se anche noi avremmo voluto una “città natalizia “ da foto, o la pretendiamo visto i costi. E scusateci se non ci siamo resi conto che “la storia è cambiata”. Noi restiamo fiduciosi, siete l’amministrazione della trasparenza e partecipazione, questi i vostri slogan. Ma almeno risparmiateci gli insulti.

Lucia Portolano

3 Commenti

  1. Capisco che non siamo Lecce,sia per cultura,per ricchezza,per civiltà e soprattutto per una mentalità politica che ci differenzia in maniera negativa da anni,ma non poter contare nemmeno sul buon senso di gente che noi stessi abbiamo con fiducia votato è davvero deprimente. È deprimente vedere quelle 4-5 casette aperte in piazza vittoria con i gestori delle stesse che sono fuori a chiacchierare fra loro perchè non hanno altro da fare.Se è vero che lecce con 30000 euro è riuscita a creare attrazione forse vuol dire che chi non c’è riuscito con 132000 qualcosina l’ha sbagliata. Ed allora coraggio!!! Chi si sente responsabile di tutto ciò faccia un passo indietro, lo faccia x il bene della città,lo faccia x il bene dei proprietari dei negozi del centro, lo faccia x noi brindisini,lo faccia soprattutto per amor proprio.

    • prima di dare i soldi accertatevi di tutto il materiale, mettete persone che seguono i lavori non dovete staccare assegni a vuoto senza interessarvi , se non volete critiche non mettetevi in condizioni di farveli fare, brindisini spreconi con il c,,,,,, degli altri

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