“La città ripiana i debiti della mala gestione di Multiservizi, basta con quella classe politica”

INTERVENTO/ Sono state  pesanti come macigni le parole  pronunciate dal Commissario Prefettizio Santi Giuffrè in occasione della conferenza stampa del 5 ottobre scorso sul disastro economico, gestionale, organizzativo della società Multiservizi del comune di Brindisi.

Gli ultimi tre bilanci assolutamente negativi, tutti in passivo consistente da ripianare con il denaro dei cittadini:   -1.400.000  euro nel 2014,  – 950.000 euro nel 2015,  – 870.000 euro nel 2016.

Dati che smentiscono clamorosamente quei maghi della società e della politica, che avevano profetizzato esercizi in utile. Che tutto andava bene, che erano preoccupazioni dei soliti disfattisti.

Ma erano stati fallimentari anche quelli dei tre anni precedenti, che avevano registrato un passivo complessivo di 4.836.414 euro ( – 517.288 euro nel 2011, – 3.165.575 nel 2012, –1.153551 nel 2013).

Somme consistenti, assolutamente insostenibili per il comune di Brindisi, strutturalmente deficitario, in grande sofferenza economica finanziaria che lo costringe da anni a fare ricorso al continui  prestiti bancari, che lo hanno portato a pagare oltre un milione di euro di  interessi sui prestiti”.

Parole pesanti, che si vanno ad aggiungere a quelle altrettanto dolorose dell’amministratore  protempore della società, dott. Palasciano: che si è trovato a gestire  “situazioni anomale quasi incomprensibili” come quella del “…Comune, che nella duplice veste di proprietario e acquirente, diceva di non riconoscere alcune debiti vantati nei suoi confronti dalla società”…..”…di ordini verbali per lo svolgimento di  servizi, non supportati e legittimati da   ordini scritti”….; …..“Decreti ingiuntivi promossi  dalla  Multiservizi nei confronti del comune di Brindisi,  proprietario della stessa società,”…. “ …Mi chiedo perché l’amministratore, che non condivideva le linee di indirizzo politico di chi allora amministrava il Comune, non si sia dimesso visto che era stato nominato dalla parte pubblica…” …. Una società alla deriva, costantemente in affanno a causa di iniziative e decisioni incomprensibili”….;…” Centri di acquisto multipli, che hanno determinato aumento consistenti di costi, almeno il 25% in più  ….”, “…  “Noleggi costosi” “ Esagerata quota di personale inidoneo ( 50 su 190), che ha inciso e incide notevolmente sui costi di gestione…” ….”Contratti dei dipendenti da rimodulare, premi  di produzione che vengono dati mensilmente…” Costi per straordinario insostenibili, da tagliare” …” ferie da consumare e non da pagare” .

Ma anche parole di speranza “ … Nella società ci sono belle professionalità”…..”che ci hanno determinato a credere sul futuro della società, come evidenziato  nel piano economico gestionale presentato in sede di bilancio e nel piano di ristrutturazione aziendale in corso di perfezionamento”.

Non hanno certamente esitato ad attribuire la responsabilità dello sfascio agli amministratori e politici che si sono succeduti in questi ultimi dieci anni e forse più. A suggellare l’incapacità gestionale di una classe politica e di dirigenti,  che ancora oggi si affannano a cercare una poltrona, uno scranno dal quale poter esercitare il potere di distruggere quel po’ di buono che si è miracolosamente salvato dalla loro opera distruttiva.

In verità non avevamo bisogno delle parole sferzanti del Commissario Prefettizio e dell’amministratore della BMS per avere la consapevolezza della situazione.  Una catastrofe più volte annunciata, per evitare la quale erano state avanzate proposte di rilancio tutte colpevolmente ignorate.

Ora l’unico modo per dare un senso a questa catastrofe della BMS, che ha costretto l’amministrazione comunale,   a ripianare  debiti  2.300.000  euro, dovrebbe essere quella di liberarsi definitivamente di coloro i quali sono stati gli artefici o complici consapevoli  di questo disastro. Darsi un’occasione per cambiare con quella politica e con quegli uomini.

Ma il Commissario Prefettizio e l’amministratore della BMS hanno voluto rimarcare, che accanto ai lavoratori capaci ed efficienti, ve ne sono stati molti che ci hanno marciato, dipendenti ed amministratori, .

In queste ore, per effetto della legge Madia, la società, i lavoratori e la città intera è sub judice della Corte dei Conti e del Ministero del Tesoro. Saranno questi a decidere il destino della BMS.

Due milioni e trecentomila euro di ripiano dei debiti, risulta una cifra enorme per qualsiasi bilancio, ma soprattutto per città esanime come Brindisi.

Con quella cifra si potrebbe dare un nuovo volto al verde della città, all’illuminazione, si potrebbe recuperare il patrimonio immobiliare del comune restituendolo a nuova vita ed a nuove funzioni, aiutare i cittadini in difficoltà..

È quindi indispensabile che questa ennesima pagina drammatica possa rappresentare il punto di svolta, risvegliare l’orgoglio di ripartire da una nuova classe politica, che con passione e competenza sappia ridare dignità e speranza alla città, mettendo definitivamente in pensione i responsabili della morte civile di una città.

E per questo è ineludibile ed indispensabile rompere definitivamente con la mala politica che ha avvelenato i pozzi del bene comune.

Vincenzo Albano

Cristiano D’Errico

Componenti Coordinamento Art. 1 di Brindisi

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