La favola di Elio Aggiano , dalle strade di Sant’Elia alle corse con Pantani

BRINDISI- (Da il7 Magazine) Ha trascorso una vita pedalando, raggiungendo grandi traguardi, oggi Elio Aggiano, all’anagrafe Elia,  48 anni, ciclista professionista, resta ancora in sella alla sua bici sognando di aprire una scuola di ciclismo per i ragazzi  del suo quartiere, quello di Sant’Elia a Brindisi. Nato e cresciuto in un quartiere difficile, il settimo di tredici figli, Elio comincia a lavorare già ad otto anni aiutando la famiglia al mercato ortofrutticolo. “Il mio nome vero è Elia, eravamo tredici figli- racconta Elio- mio padre non sapeva qual nome darmi.  Ma in quel periodo la famiglia andò ad abitare in piazza Signorini a Sant’Elia e così mi ha chiamato Elia come il quartiere”.  Elio trascorre il suo tempo giocando per strada come tutti i ragazzini della sua età ma verso i dieci anni qualcosa cambia, lo zio Bruno che corre in bicicletta lo invoglia a salire in sella. “Mio zio correva in bici e mi disse di provare, io ero piccolo e non avevo neppure una bici da corsa- dice Elio-  ma vicino a casa mia abitava un mio amico Marco Saponaro che aveva una bicicletta in più. Un giorno me la prestò e da lì ho cominciato ad allenarmi con lui ed altri ragazzi  che erano tre anni più grandi di me. Già da quel momento capì che la bicicletta poteva essere il mio futuro, ero veloce li staccavo di gran misura”. Un giorno Elio viene notato, è il maestro Bovelli della società ciclistica Delta Zero Brindisi. “ Quindi chi seguiva questi ragazzi con cui andavo a correre mi notò. Era il maestro Bovelli della Delta Zero Brindisi,  avevo 10 anni, mi ha seguito per un po’ e poi mi ha chiesto se volevo fare ciclismo. Così ho cominciato. Abbiamo fatto la prima gara conquistando il secondo posto che ancora non conoscevo bene la bicicletta. E da lì è partita la mia carriera”.  Elio Aggiano ha diciassette anni quando lascia Brindisi e parte per la Toscana, alla volta di  Monsummano Terme, dove vi resta per ben 25 anni. “Erano i campionati italiani del 1989, stavo gareggiando a Monteroni, campionati che tra l’altro vinsi- dice Elio – Fu in quell’occasione che i toscani mi notarono e mi chiesero di andare via con loro. Avevano visto che avevo la stoffa, che potevo farcela ed io ho visto in loro un’opportunità di vita. Così a diciassette anni ho fatto la valigia e sono partito, solo. In quegli anni mi ha ospitato  una famiglia, è stata dura, ero lontano dalla mia città. Ho compiuto 18 anni lì, ero solo volevo tornare a casa, pensavo sempre a Brindisi, al mare. Però ho tenuto duro”. Da quel momento in poi la carriera di Elio decolla, questo giovane talento brindisino corre per sei anni da dilettante con la Monsummanese. Nel 1991 diventa campione italiano dilettanti della corsa a punti. Dopo aver indossato la maglia azzurra da juniores la indossa anche da dilettante. Nel 1997 passa professionista con la Ceramiche Refin, ottenendo discreti risultati; è secondo nella Alassio Cup, in una tappa a Besseges e termina la Vuelta mentre al Giro si ritira. A fine stagione la squadra si scioglie e riesce a trovare in extremis un contratto in Spagna alla Vitalicio Seguros. Sotto la guida del direttore sportivo Minguez comincia alla grande la stagione vincendo una prova del Challenge Mallorca e poi si ripete al Trofeo Luis Ocana. Corre altri due anni in Spagna vincendo una tappa della Vuelta a Castilla ’99 e una prova del Challenge Mallorca nel 2000. Nel 2001 ritorna in Italia ingaggiato dalla Mapei, entra in una squadra con grandi capitani come Bettini e il campione del Mondo Freire. Nel 2002 vince ad Odense una tappa del Giro di Danimarca. Alla fine del 2002 la Mapei si scioglie, dopo vari contatti gli arriva un’offerta da Giuliani e nel 2003 corre per la Formaggi Pinzolo Fiavè. A 30 anni da uomo di fatica al servizio dei grandi capitani passa ad essere un attaccante.  Nel 2004 passa al Team LPR dove trova un gruppo di giovani ai quali fare da guida. L’ambiente è ottimo ed Elio, a dispetto dell’anagrafe, non perde le motivazioni ed è un esempio per tutti. Nel 2005 altra fuga dal chilometro zero in una tappa della Settimana Coppi&Bartali e sul traguardo di Sassuolo ottiene la decima vittoria in carriera che dedica al padre scomparso nel 2004. Per la stagione 2006 Elia ottiene il rinnovo del contratto dal Team LPR di Omar Piscina. Durante la sua carriera Elio ha conosciuto e gareggiato con grandi campioni del ciclismo. “Ho conosciuto tutti i campioni, da Miguel Indurain, Gianni Bugno, Francesco Moser , Marco Pantani con cui ho fatto 7 giri d’Italia insieme, non nella stessa squadra ma comunque al suo fianco, Mario Cipollini, Michele Bartoli- racconta- Tutti mi hanno insegnato qualcosa. Con Mario Cipollini mi sono allenato tanto, era toscano, viveva a Lucca e tutte le mattine correvamo insieme. Mario  era un ragazzo riservato, dovevi parlagli per parlarti altrimenti non parlava mai”. Accanto ai successi ci sono anche i momenti difficili che in ogni caso non hanno scoraggiato Elio. “Ci sono momenti difficili, la bicicletta è triste, ti sembra che vada tutto bene  e poi non vinci, non arrivi al traguardo, c’è sempre qualche problema- dice- Devi essere duro, il Giro d’Italia, il Tour de France , tu corri con la pioggia, con la neve . Magari sei staccato a venti minuti dai primi ma poi l’indomani è il tuo giorno. E’uno sport per duri in tutti i sensi”.  Venerdì Brindisi sarà tappa del Giro d’Italia, un evento che proietterà Brindisi nelle vetrine dello sport nazionale. Elio è orgoglioso di questo. “ Ho sempre sognato che Brindisi diventasse tappa del Giro- ammette- Quando facevo le tappe a Lecce, a Taranto, a Bari, mi sono sempre detto perché non a Brindisi, come brindisino era il mio sogno correre nella mia città. Ora sto aspettando con ansia questa tappa del Giro d’Italia a Brindisi come se ci fossi io sulla bicicletta . Sono orgoglioso. Non è facile organizzare una tappa, tu vedi solo cinque minuti, è un attimo,  ma dietro c’è tanto lavoro”. Ma Elio ha anche un’altra ambizione legata alla città di Brindisi e al suo quartiere Sant’Elia: “Il ciclismo è uno sport bello. Io stavo pensando a Sant’Elia, ci sono tanti ragazzi, tanti talenti, io li vedo, ragazzi fortissimi, spesso vado in bici con loro. Mi piacerebbe organizzare Brindisi in bicicletta partendo proprio da Sant’Elia. Il mio sogno è riuscire a tirar fuori qualche talento. Purtroppo mancano tante cose. Ma io approfittando del Giro D’Italia e del rapporto con il Comune, il prossimo anno mi piacerebbe organizzare con i bambini una scuola di ciclismo”. Lo sport nella vita di un ragazzo è molto importante e può fare la differenza, Elio questo lo sa bene perché lo ha imparato sulla sua pelle: “Abitavo in piazza Signorini, vicino alla chiesa, in un quartiere difficile.  La bicicletta è stata la mia salvezza, era un periodo particolare per Brindisi ma soprattutto per Sant’Elia. Io ringrazio la bicicletta, sono riuscito ad andare via da Brindisi, a girare il mondo e a diventare un bravo ragazzo”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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