La Happy Casa Brindisi si piega all’Olimpia Milano: al PalaPentassuglia finisce 72-84

BRINDISI – Finisce con l’epilogo più “scontato” il match tra la Happy Casa Brindisi e l’Olimpia Milano. I biancoazzurri non sono riusciti a ribaltare a proprio vantaggio i favori del pronostico e si sono arresi per 72-84 di fronte alla squadra allenata da coach Pianigiani. E’ un Brindisi a due facce quello sceso sul parquet amico questo pomeriggio: dopo un ottimo primo tempo, la prestazione del secondo è stata praticamente disastrosa. In particolare, è il terzo quarto che ha evidenziato il nettissimo divario tra le due squadre e ha permesso a Milano di prendere il largo. I soli sette punti realizzati in dieci minuti, a fronte dei venti subiti, hanno sottolineato quali limiti abbia la squadra biancoazzurra, orfana di Lalanne (ceduto al Besiktas) ma con un buon Lydeka che si salva per l’impegno, la forza fisica e i movimenti, oltre che per i sedici punti messi a referto. Il pivot lituano ha caratteristiche completamente diverse da quello haitiano: molto meno tecnico e mobile, si è fatto notare per la sua fisicità e per le sue giocate da vero centro che gli hanno permesso di essere protagonista di molte azioni d’attacco e di difesa. La mancanza di un ricambio all’altezza, poi, lo ha fatto lentamente uscire dalla partita per via della stanchezza. Sottotono Moore e Smith, con il play americano uscito per cinque falli a poco più di tre minuti dalla fine: sono mancate le loro realizzazioni, mentre ha risposto presente il solito Mesicek autore di diciassette punti arrivate grazie a numerose penetrazioni nell’aria milanese.

Lo starting five di Vitucci è composto da Suggs, Tepic, Smith, Moore e Lydeka: come già detto, è ottimo l’avvio dei biancoazzurri che canestro dopo canestro allungano su Milano fino al 25-18 con cui si è chiuso il primo quarto. Il secondo inizia alla grande (+14 il massimo gap toccato) ma ricuce le distanze a soli due punti (42-40). Nel terzo, Brindisi esce dalla partita: la chiave sta nello 0/8 da tre, dato incredibile che porta i padroni di casa a trovare solo sette punti. Gli ospiti, invece, iniziano a spingere e complice qualche fischio arbitrale poco gradito al pubblico, ipotecano la partita. Brindisi si incattivisce, commette falli stupidi ma soprattutto non ha più una trama offensiva, sfociata sempre in conclusioni insensate dalla distanza: il 49-60 che porta all’ultimo quarto ne è la prova provata. Gli ultimi dieci minuti vedono una reazione collettiva (complice un calo di Milano che dopo la trasferta di EuroLega ha preferito mollare la tensione) ma si tratta solo dell’orgoglio di un gruppo comunque in crescita ma che, per la seconda partita consecutiva, esce sconfitto. In attesa di conoscere il risultato di Pesaro (impegnato con la Fiat Torino, Brindisi può sorridere per i k.o. di Capo d’Orlando (70-81 con Reggio Emilia) e di Pistoia (101-71 contro Avellino) che non smuovono la zona bassa della classifica. Momentaneamente, quindi, resta tutto invariato.
In sala stampa, Vitucci fa un analisi molto concreta e schietta della partita: “Non mi sento di rimproverare nulla ai miei ragazzi anche se potevamo chiudere meglio il primo tempo. Dopo è emersa una grande differenza sul piano tecnico, fisico e del vigore: il divario è molto grande ed è sotto gli occhi di tutti, ma posso ritenermi soddisfatto sotto certi aspetti perché abbiamo perso con onore”. Breve e conciso il suo pensiero: forse davvero non si poteva fare più di così.
Adesso arriva la sosta: si ritorna in campo il quattro marzo a Brescia e l’undici ad Avellino. Due trasferte più che impegnative prima dello scontro diretto con Pesaro, ma la società spera di poter completare il roster con un altro tassello per permettere a Lydeka di tirare il fiato.
Antonio Solazzo

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