La maggioranza presenta un ordine del giorno per sospendere il decreto Sicurezza, e chiede il coinvolgimento degli enti locali

BRINDISI – La maggioranza presenta un ordine del giorno per la sospensione degli effetti del decreto Sicurezza di Salvini a Brindisi. Il provvedimento è stato già approvato da numeri consigli comunali pugliesi ma anche nel resto del territorio nazionale.

L’ordine del giorno riguardante l’impatto sui territori del Decreto Legge 4 ottobre 2018, n. 113, in materia di immigrazione e sicurezza, presentato in consiglio comunale da BBC insieme alle forze di maggioranza. Questo impegna il sindaco e la giunta a chiedere al ministro dell’Interno ed al governo di sospendere, in via transitoria fino a conclusione dell’iter parlamentare, gli effetti dell’applicazione del Decreto Legge, allo scopo di coinvolgere gli enti e le comunità locali nella riflessione su una misura che è passibile di impattare sullo status giuridico e sulla vita di decine di migliaia di individui, attualmente seguiti e accompagnati nella conquista dell’autonomia di vita, lungo un percorso di inserimento nella società civile, sia esso lavorativo, abitativo, scolastico, e via dicendo.

“Nell’attuale sistema di gestione- scrive BBC – al netto di ambiti sicuramente passibili di miglioramento, spicca per efficacia il Sistema di Protezione per richiedenti asilo e per rifugiati (SPRAR), affidato agli Enti locali e che prevede l’accoglienza diffusa in strutture disseminate per il tessuto urbano, in grado di connettere richiedenti asilo e rifugiati al resto della popolazione, favorendone pertanto l’integrazione all’interno del tessuto comunitario. Ridimensionare tale sistema, a favore di grandi centri dislocati fuori dai centri urbani, può sicuramente risolvere il problema dal punto di vista “visivo”, creando però i presupposti per la ghettizzazione, emarginazione ed infine marginalizzazione di queste persone, con le naturali conseguenze che è facile immaginare. Senza dimenticare la decisione di eliminare i permessi per protezione umanitaria, che andrà a creare un bacino molto ampio di persone che si troveranno da un giorno all’altro senza un regolare permesso di soggiorno, impossibilitate a lavorare, cercare una casa, mandare i figli a scuola, ecc. In estrema sintesi, a svolgere tutte quelle attività basilari necessarie a vivere e a sentirsi parte integrante della collettività”.

Secondo le forze di maggioranza di centrosinistra il decreto cprovocherà un forte impatto sulle comunità locali, richiedendo un forte intervento da parte delle amministrazioni locali, sia dal punto di vista organizzativo che economico. Con l’entrata in vigore del decreto in questione, infatti, si apre di fronte alle amministrazioni locali, comuni e province in particolar modo, una fase estremamente delicata in cui un cospicuo numero di persone si troveranno improvvisamente prive di ogni forma di assistenza, costrette ad una condizione di estremo disagio e di irregolarità che ne favorirà la clandestinità, che per forza di cose andrà ad incidere sulle politiche sociali locali, con conseguente ricaduta sui servizi a bassa soglia.

“È evidente, che non si possa pertanto transigere da un diretto coinvolgimento degli enti locali nella discussione e nell’elaborazione del testo normativo in materia di immigrazione e accoglienza – aggiungono –  e che l’intervento governativo debba necessariamente tenere in considerazione i rilievi, le obiezioni e le proposte di integrazioni/modifiche che provengono dai territori. La discussione non può passare sopra le teste delle amministrazioni e delle comunità locali, soprattutto in considerazione dell’impatto complessivo e delle pesanti ricadute e ripercussioni che può avere un intervento normativo così strutturato. Ed è per questo che BBC, insieme alle forze di maggioranza, è fermamente convinta della necessità di adottare l’ordine del giorno in questione, allo scopo di stimolare un riflessione sulla materia che sia scevra da prese di posizione ideologiche, o peggio ancora,  condizionata da obiettivi di natura elettorale, e che possa servire a costruire un piano d’azione condiviso che sia effettivamente rispondente alle necessità di una gestione efficace del fenomeno migratorio, e che tenga conto di quanto viene già fatto in maniera proficua ed efficace, senza smantellare il sistema esistente, ma esaltandone gli aspetti positivi e riducendone quelli negativi. Senza dimenticare che gli impatti dell’intervento iricadrebbero soprattutto sugli enti locali e sulle comunità da loro amministrate, e che quindi è responsabilità diffusa che spetta a tutti, quella di trovare soluzioni rispondenti all’interesse generale della collettività”.

BrindisiOggi

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