“La politica come arte del confronto non lo schiamazzo di folle agitate”

Ha ragione il Presidente Napolitano quando dice che non si può etichettare ogni tentativo di confronto e mediazione tra partiti diversi come “inciucio”, un termine derivante dalla espressione dialettale napoletana ‘nciucio, che significa spettegolare, parlando fitto fitto a bassa voce. Un termine ormai entrato anche a far parte dell’italiano gergale, del giornalismo politico, per indicare un accordo sottobanco, un compromesso riservato tra fazioni formalmente avversarie, che in realtà attuano,con mezzi e intenti poco leciti, una logica di spartizione del potere.
Ma l’Italia in questa fase drammatica della sua storia ha bisogno di programmi e decisioni efficaci ed urgenti per il lavoro, la riforma del sistema elettorale e delle istituzioni , la riduzione e trasparenza dei costi della politica, il sostegno alle imprese che innovano e competono nel mercato internazionale. Per affrontare questi problemi sono necessari confronti seri tra politici seri. La politica è l’Arte di governare le società, un confronto serrato di idee, non può ridursi allo schiamazzo di folle agitate, che hanno, secondo gli psicologi sociali, capacità di analisi e proposta pari a quella dell’ultimo dei suoi componenti. Le nostra classe politica e le istituzioni repubblicane hanno bisogno di un profondo rinnovamento, ma quando un parlamento, il più giovane di Europa, rinnovato per il 60 %, non riesce ad esprimere dopo due mesi dalle elezioni un nuovo governo, significa che il rinnovamento e l’età anagrafica degli eletti non bastano. Ci vuole quindi politica vera, arte di governare , che è anche capacità di mediazione. Al di fuori di ciò ci può essere il caos. E la degenerazione della democrazia sviluppa spesso bisogni diffusi di stabilità e sicurezza, rinuncia agli spazi individuali e collettivi di libertà, fenomeni che in passato stati la radice di sistemi autoritari. La democrazia è un bene prezioso da difendere. Essa si basa sulla volontà liberamente espressa dalla maggioranza del popolo, non da minoranze attive, urlanti, non legittimate a decidere per tutti . Il popolo è rappresentato da coloro che elegge con il voto libero, e costoro , se non hanno una maggioranza indiscussa, devono mostrare capacità di confrontarsi tra forze diverse, di operare nell’interesse generale, assumendo decisioni prioritarie ed urgenti. Questa è l’accorata richiesta del Presidente della Repubblica Napolitano, questa è l’arte della politica, il resto è schiamazzo, intrigo, tradimento.

Giuseppe Antonelli

1 Commento

  1. L’analisi, ispirata a nobili principi generali di democrazia e al senso di pragmatismo che sempre dovrebbe animare
    le scellte politiche, è senz’altro condivisibile, ma forse abbisogna di un’ulteriore precisazione. Sì ad un governo eccezionale per tirarci fuori da una situazione parimenti eccezionale, ma poi, appena possibile, si rende necessaria una nuova verifica elettorale che faccia chiarezza sulla rotta che questa nave-Paese deve prendere: o a sinistra, verso il limpido mare aperto del riformismo autentico, o a destra, verso le acque del conservatorismo classico, che è tuttt’altra cosa del berlusconismo padronale incredibilmente ancora in auge.Nel frattempo,l’opposizione parlamentare, gli organi di informazione e la cittadinanza attiva devono vigilare attentamente perché le due componenti governative
    lavorino con serietà nell’interesse della Nazione, senza ricorrere a veti, pregiudiziali, o addirittura ricatti, per affermare qualche soluzione d’imperio ad usum delphini.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*