Le opere di un’artista brindisina in esposizione a Strasburgo

MESAGNE – Un’artista brindisina presente con le sue opere alla Fiera europea dell’arte contemporanea a Strasburgo. È Angioletta De Nitto, che vive a Mesagne e lavora nel suo atelier nella città messapica dando vita e forma alle sue realizzazioni d’arte iperrealistica.

angioletta de nitto mesagneUna passione, la sua, nata e cresciuta nonostante il contrasto dei genitori. “I miei non mi hanno spalleggiata nel mio percorso, ma hanno capito che era ciò che volevo fare da grande – ci racconta l’artista mesagnese, che in questo periodo sta creando nuove opere – Ho studiato all’Accademia delle Belle Arti di Lecce e ho lavorato con la Soprintendenza ai beni archeologici e artistici, ma poi ho mollato tutto: l’arte nella sua forma più libera, quella creata da me, che oggi è la mia fonte di reddito”.

Quella di Strasburgo non è la prima galleria per l’artista mesagnese, che dal 1987 espone in ogni angolo d’Italia e anche all’estero: le sue creazioni sono state apprezzate già in Grecia, in Svezia, in Francia, Germania, Spagna, solo per citarne alcune.

angioletta de nitto mesagne arteL’esposizione a Strasburgo, aperta sino a lunedì 30 novembre, potrebbe essere seguita a breve da un’altra, a Innsbruck, in Austria. Le sue opere, nel corso del tempo, hanno subito delle evoluzioni, come spesso accade alle persone. Ne sono una prova l’uso dei materiali che la De Nitto utilizza per realizzare le sue creazioni, poiché si passa dai più classici olii su tela all’inserimenti di plexiglass nei quadri, sino agli elementi figurativi rappresentanti: in questo periodo, compaiono prepotenti le biglie.

“Nel mio immaginario, raffigurano mondi e idee nuovi, realtà frizzanti, ma possono anche essere viste come rappresentazione dell’essere umano: all’apparenza limpido, senza macchia, ma al suo interno frizzanti, con qualcosa che si muove, è vivo, nell’esprimere i sentimenti più contrastanti”. Un mondo colorato, in cui si ritagliano un enorme spazio i colori, dai più vivi ai più autunnali. E poi ecco che si inseriscono delle maschere, dei volti umani. “In questo periodo storico, in cui tutti si sentono insicuri, ognuno di noi indossa una maschera. La voglia di urlare e di piangere si perdono dietro quella facciata di serenità che dobbiamo dimostrare dinanzi a chi ci incontra. Nei miei quadri, i miei volti danno spazio a quelle emozioni sempre represse, perché chi li osserva possa dire a se stesso che non c’è nulla di male a dire che c’è qualcosa che non va.”

A.P.

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