Le opere portuali contestate dall’assessore ma approvate dal consiglio: ecco di cosa si tratta

BRINDISI – (da Il7 Magazine)  Nuovi accosti a Sant’Apollinare vicino all’area archeologica di Punta delle Terrare, dragaggio dei fondali e una vasca di colmata per contenere i sedimenti da realizzare tra il pontile di Versalis e lo sporgente di Costa Morena est. Il consiglio comunale, con 21 voti a favore di maggioranza e opposizione, approva l’ordine del giorno per la realizzazione di queste opere nel porto di Brindisi. Tre consiglieri di maggioranza di Brindisi Bene Comune, movimento del sindaco Riccardo Rossi, al momento del voto escono dall’aula e si astengono. Non votano: Anna Lucia Portolano, Anna Maria Calabrese e Marco Vadacca. Spiegano durante la discussione in assise che lo fanno per rispetto “alla loro storia personale”, e in realtà anche per quella del loro movimento politico. “Il banchinamento di Sant’Apollinare non ci vede d’accordo per questioni personali, ci asteniamo per coerenza – spiega la consigliera Portolano – mentre c’è massima condivisione sulle altre opere”. Bbc sul tema porto si spacca. Il movimento dopo l’approvazione dell’ordine del giorno getta acqua sul fuoco, ribadisce l’unità del gruppo e sottolinea il “rispetto delle singole posizioni”. Ma sul tema porto, Rossi ha un altro problema che non riguarda solo l’astensione di tre dei suoi vicinissimi. Il problema ha il nome di Dino Borri, suo assessore all’Urbanistica, ufficio deputato a esprimere pareri sui procedimenti per la realizzazione delle opere. Ai più attenti non sarà sfuggita l’assenza dell’assessore al consiglio monotematico dell’8 aprile. Un’assenza non a caso, lo dice persino lui. Perché Borri sulle opere dei nuovi accosti e della vasca di colmata non ha mai cambiato idea. Continua a sollevare obiezioni e perplessità che ha esplicitato in particolar modo per la vasca di colmata nel parere inviato a dicembre al Ministero in cui il Comune chiede un’alternativa a quell’opera. “Non ho mai cambiato idea – precisa l’assessore – restano le mie perplessità sulla colmata in quella area per rischi idrogeologici. La vasca strozzerebbe la foce di Fiume Grande e non possiamo prevedere cosa accadrà tra qualche anno. Inoltre non sono d’accordo con il banchinamento di Sant’Apollinare dove c’è l’area archeologica. Ritengo che il porto di Brindisi (uno dei più grandi d’Italia) non abbia bisogno di altri banchinamenti. Ha accosti ovunque.” Borri è invece d’accordo sui dragaggi che renderebbero il fondale più profondo e permetterebbero l’arrivo di navi più grandi. Ma dragaggi e vasca – sottolineano dall’Autorità portuale – sono due opere legate. L’assessore ci tiene a sottolineare che la vasca al momento non ha ancora ottenuto la via (valutazione di impatto ambientale). Una procedura che va avanti da due anni. La richiesta da parte dell’Autorità di sistema portuale è stata attivata nel 2017 ma il parere dal Comune è stato inviato solo a dicembre 2018. La posizione contraria di Borri, assessore esterno voluto direttamente dal sindaco, complica la situazione. E l’atto deliberato in consiglio in netto contrasto con il pensiero dell’assessore crea una crepa nell’esecutivo Rossi. Ma Borri al momento resta al suo posto, e si accontenta di un emendamento che a sorpresa il sindaco ha presentato durante il consiglio, in cui si dice: “che per la realizzazione delle opere saranno rispettate tutte le procedure di legge previste”. Un emendamento non votato solo dai consiglieri di opposizione Massimiliano Oggiano (Fratelli d’Italia) e Roberto Cavalera (Forza Italia), che lo hanno ritenuto pleonastico e scontato. A distanza di un giorno dal consiglio anche il movimento 5Stelle inizia a dubitare sulla finalità di quell’emendamento ritenendolo un “contentino” del sindaco al suo assessore. “Ad essere maligni si potrebbe pensare che tale postilla – affermano i tre consiglieri pentastellati – sia stato un messaggio rassicurante rivolto a chi ha sempre contestato proprio quelle opere portuali in discussione”.  Il sospetto dei pentastellati è quello di aver autorizzato con questo atto l’assessorato all’Urbanistica ad intraprendere ogni percorso per “ostacolare” le opere, allungarne i tempi e far perdere le risorse. La fine dei lavori è prevista per il 31 dicembre 2023 pena la perdita del finanziamento. Non è da sottovalutare il parere espresso dal Consiglio superiore dei lavori pubblici che ha chiaramente detto che le opere devono essere compatibili con il piano urbanistico generale della città e non con il piano regolatore portuale. Quindi per la destinazione d’uso dell’aree (anche portuali) bisogna fare riferimento al piano comunale.

In cosa costituiscono nelle specifico queste opere? Perché per gli operatori portuali  rappresentano il rilancio dell’economia del porto?

La prima opera riguarda i nuovi accosti a Sant’Apollinare, nel porto medio vicino all’area archeologica di Punta delle Terrare. Sarebbero delle nuove banchine in continuità con le attuali di Costa Morena, dove oggi c’è l’attracco delle navi per la Grecia. Secondo il progetto dell’Autorità di sistema dovrebbero essere realizzati due pontili con la possibilità di far ormeggiare 4 navi, non è escluso che una di questa possa essere una nave crociera. Al momento a Costa Morena possono attraccare tre navi, nel caso dei nuovi accosti una di queste sarebbe spostata a Sant’Apollinare. Insomma alla fine nell’intera area potrebbero ormeggiare sei navi in tutto. Si tratta di tre ormeggi in più con dispositivi di ultima generazione che garantirebbero maggiore sicurezza.

La seconda opera riguarda il dragaggio, cioè l’approfondimento del fondale. Che secondo il progetto dovrebbe passare da meno 12 a meno 14. Riguarda una vasta area, che comprende anche la zona delle banchine del porto industriale. Il dragaggio permetterebbe l’arrivo di grosse navi, ormai l’economia del mare predilige il gigantismo navale  e senza infrastrutture c’è il rischio di essere messi fuori dal mercato, così come è accaduto al porto di Taranto ormai un’area deserta dove anche il colosso Evergreen ha sbaraccato ed ha scelto i porti del Pireo. Ma lo sviluppo della città di Brindisi è legato, nel vero senso della parola, al destino della sua denominazione di area Sin (sito di interesse nazionale). Questo significa, lacci, laccetti e vincoli. Per le aree Sin il sedimento sollevato dal dragaggio non può essere portato in mare, come accade in altre parti, ma deve essere riposto nella famosa “vasca di colmata” (terza opera).

L’area tecnica dell’Autorità di sistema, diretta dall’ingegnere Francesco Di Leverano, ha individuato come il miglior sito per la realizzazione della vasca una conca che si trova di fronte al Petrolchimico adiacente alla colmata di Capobianco (quella lasciata dalla Brindisi Lng). Questa dovrebbe contenere circa 700mila metricubi di sedimento (sabbia, gaia, e tutto ciò che viene fuori dal dragaggio). Secondo i tecnici quella di Capobianco non si potrebbe utilizzare perché i fondali sono più bassi e quindi non avrebbe il volume sufficiente. Per risolvere il problema della foce di Fiume Grande che verrebbe strozzata dalla vasca, gli ingegneri hanno ipotizzato la realizzazione di un canale che porterebbe l’acqua direttamente a mare. Una soluzione che non convince Borri in caso di abbondanti piogge o altre calamità naturali. Il dragaggio verrebbe fatto con delle sorbone, dei tubi che aspirerebbero il sedimento e lo porterebbe direttamente in vasca. Tra dragaggio e vasca servirebbero circa 60milioni di euro, l’Autorità di sistema avrebbe già ottenuto un finanziamento di 40milioni. Si attende la Via del Ministero ed entro 4 anni bisognerà realizzare tutto.

Lucia Portolano

 

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