Manovre per le provinciali e non solo: il centrodestra cerca l’unione, e il Pd vuole esportare il “modello Brindisi”

BRINDISI – ( da Il7 Magazine) Sono le elezioni in cui la politica ha davvero il cerino in mano, fa dà regia, decide alleanze e stabilisce il risultato. Per quanto ormai la Provincia sia diventata, con la riforma, un ente di secondo grado, resta comunque un appuntamento elettorale per stabilire equilibri e forze tra partiti e movimenti politici. Il prossimo 31 ottobre nella provincia di Brindisi i consiglieri comunali, compresi i sindaci, voteranno per scegliere il nuovo presidente della Provincia. Restano in carica invece gli attuali consiglieri provinciali. L’elezione si è resa necessaria dopo lo scioglimento anticipato lo scorso anno del Comune di Francavilla Fontana con la caduta del sindaco Maurizio Bruno, allora anche presidente della Provincia. Per occupare quest’ultima carica bisogna infatti ricoprire il ruolo di sindaco. Da allora sino ad oggi l’ente è stato guidato da Domenico Tanzarella come presidente facente funzione. In questi giorni le forze politiche sono a lavoro per costituire alleanze e  stringere accordi sui candidati alla presidenza. Occhi puntati sui 20 sindaci dei comuni della Provincia. Il centrodestra prova a ritrovare l’unione dopo il risultato deludente degli ultimi appuntamenti elettorali. In quasi tutto il territorio regionale la sconfitta è stata la conseguenza di divisioni e personalismi. Queste delle provinciali non sono altro che delle prove tecniche per affrontare le europee del 2019, e le regionali del 2020.  Forza Italia cerca in Puglia un accordo con la Lega e gli altri partiti dell’area di centrodestra. Anche se al tavolo per le provinciali ha “dimenticato” di invitare qualcuno, come Brindisi popolare. Il partito di Teodoro Pierri il mancato invito non lo ha digerito, annunciando così l’assoluta indipendenza dalla coalizione che allo scorse elezioni ha sostenuto nella città capoluogo la candidatura a sindaco di Roberto Cavalera, uomo di Forza Italia. Brindisi popolare è rappresentata in consiglio comunale a Brindsii dall’avvocato Carmela Lomartire. Dopo il Pri anche il partito di Pierri abbandona  così gli alleati.  “Intendiamo superare le divisioni – spiega Antonio Andrisano, coordinatore provinciale del partito di Berlusconi – vogliamo realizzare un polo di centrodestra. Questa è anche la direttiva del tavolo regionale in vista dei futuri appuntamenti elettorali. Siamo pronti a superare divisioni e personalismi”.

Il 24 settembre scorso si sono così riuniti il coordinatore azzurro Andrisano,  l’onorevole Anna Rita Tateo per la Lega, il consigliere regionale Erio Congedo per Fratelli d’Italia, l’ex senatore Vittorio Zizza per Noi con l’Italia, il consigliere provinciale Giovanni Barletta per l’Udc e il coordinatore di Idea Claudio Niccoli. Sul tavolo la candidatura del presidente della Provincia, il centrodestra esprime in provincia 4 sindaci: Pasquale Rizzo (San Pietro Vernotico), Luigi Caroli passato in Forza Italia (Ceglie Messapica), Michele Saccomanno, civica, ex Fratelli d’Italia (Torre Santa Susanna) e Giuseppe Margheriti di Forza Italia (Erchie). Ma quest’ultimo sembra fuori dalla competizione. La scelta è su uno dei primi tre. Il centrodestra si presenterà con suo candidato.

Non resta con le mani in mano il Partito democratico che da qualche giorno attraverso una delegazione guidata da Corrado Tarantino sta incontrando non solo i sindaci espressione democratica ma anche quelli dei movimenti civici che si riconoscono in un’area di centrosinistra. Anche qui si tenta l’unione. Il modello Brindisi che ha portato la vittoria di Riccardo Rossi, espressione di un movimento, con l’alleanza con il Pd e Liberi e uguali per molti democratici rappresenta un modo per risalire la china e ricostruire un centrosinistra ridotto ai minimi storici.

Nella provincia di Brindisi ci sono 4 sindaci espressione diretta del Pd: Mimmo Conte (San Vito dei Normanni), Francesco Zaccaria (Fasano), Salvatore Ripa (San Pancrazio Salentino) e Flavio Caretto (Torchiarolo). Ma nell’aria di centrosinistra, dove il Pd è alleato, ci sono almeno altri tre sindaci: Riccardo Rossi (Brindisi), Massimo Lanzillotti (Carovigno), Salvatore De Luca (Cellino San Marco). Poi ci sono i casi come San Donaci e Mesagne, dove il Pd è all’opposizione ma sia Pompeo Molfetta che Angelo Marasco sono uomini di centrosinistra.

Oltre a questi due schieramenti per così dire “classici”,  ci sono poi tre amministrazioni molto importanti anche in termini elettorali governati da sindaci espressione di liste civiche di centro-moderato, come Francavilla Fontana con Antonello De Nuzzo, Oria con Lucia Carone e Ostuni con Gianfranco Coppola. “ Lo scopo – spiega Corrado Tarantino (Pd) – è quello di trovare l’accordo tra più sindaci possibili per rispettare la volontà popolare anche in una elezione in cui non sono i cittadini a votare. È giusta una regia di carattere politico, ma i protagonisti devono essere i sindaci”.

Tra i più quotati alla presidenza della Provincia nell’area di centrosinistra pare esserci proprio il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi. Per queste elezioni esiste il voto ponderato, ciascun comune ha un peso diverso.

Insomma questa volta gli schieramenti saranno netti e contrapposti rimarcando quasi i normali schemi della politica. A differenza delle precedenti elezioni provinciali quando Maurizio Bruno vinse grazie  all’accordo tra Pd e Forza Italia. Ma i prossimi appuntamenti elettorali dimostrano che non ci sono le condizioni per accordi trasversali. E tutti gettano le basi per le future competizioni.  Intanto però il nuovo presidente dovrà fare i conti con il consiglio provinciale già formato, e chiunque vincerà troverà nella propria maggioranza consiglieri dell’area opposta. Nella maggioranza di Bruno, poi di Tanzarella, c’erano infatti (e quindi ci sono ancora) due consiglieri di Forza Italia.

Lucia Portolano

per Il7 Magazine

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