Nate durante la pandemia, Maria Chiara e Giulia compiono un anno

BRINDISI – (da Il7 Magazine) Un anno dall’inizio della pandemia, una anno anche per Maria Chiara e Giulia , due bimbe nate in pieno lockdown. La loro nascita l’abbiamo raccontata il 22 marzo scorso quando il Covid cominciava a prendere piede nella nostra provincia come nel resto dell’Italia e del mondo. In quei giorni Jolanda Di Campi e Maria Pepe affrontavano nel reparto di Ostetricia dell’ospedale Perrino di Brindisi una delle esperienze più importanti nella vita di una donna: la nascita del proprio figlio. E la affrontavano sole, in un letto di ospedale con la mascherina sul volto e con una infinità di timori.  Nè Jolanda e nè Maria si sono perse d’animo e, mentre il mondo affrontava per la prima volta una delle più grandi delle sfide della storia, il Coronavirus, queste due donne mettevano al mondo le loro bambine lanciando un messaggio di incoraggiamento a tutte le donne che da lì a poco avrebbero affrontato il parto. E’ trascorso quasi un anno da quel giorno ed il mondo combatte ancora la sua sfida più grande, ma queste due mamme hanno vinto la loro affrontando mesi lunghi di solitudine e difficoltà.

“Quasi un anno chiusi in casa, la nascita di Maria Chiara non l’abbiamo neppure potuta festeggiare. Mi dispiace- dice Jolanda Di Campi , la mamma di Maria Chiara nata il 17 marzo dello scorso anno- mi dispiace perché a casa è sola, non incontra neppure i cuginetti per giocare”. Le restrizioni, le misure anti Covid, così, hanno modificato profondamente la vita delle persone adulte e anche quella dei bambini. Il virus in quest’ultimo anno ha tolto tanto alle nostre vite e quelle dei nostri figli, anche le cose che potevano sembrare scontate, oggi non lo sono più. Quando Maria Chiara è nata Jolanda, come tante mamme alle prese con il primo figlio, si è trovata in difficoltà, una difficoltà doppia anche a causa del lockdown. “Ero sola in casa, così mia sorella è rimasta da me- racconta Jolanda- lei mi ha aiutata i primi tempi. Nessuno veniva a casa e ne noi uscivamo. I miei parenti hanno visto per la prima volta Maria Chiara solo in estate. E’ stato quando hanno deciso di riaprire un po’ tutto. Lì abbiamo preso un po’ di respiro”. Il respiro è durato giusto qualche mese. L’aumento esponenziale dei contagi ha portato nuovamente alle chiusure, alle limitazioni negli spostamenti e si è tornati nuovamente alla vita in casa.

“Abbiamo fatto appena in tempo a fare il battesimo, lo abbiamo celebrato il 26 settembre- dice Jolanda- poi ci hanno chiuso di nuovo”. Questa volta però le difficoltà dell’inizio erano già superate e per Jolanda è stato un po’ più semplice.

“Ho avuto tanti problemi all’inizio, non riuscivo neppure a trovare i vestitini da acquistare- racconta-La bimba è nata un mese prima del previsto, non avevo finito il corredino e molti negozi erano chiusi. Non sapevo davvero come fare,  non nascondo che ho chiesto aiuto a qualche amica per avere qualche vestitino. Mi hanno aiutato. Poi ero sola in casa, mia mamma non poteva venire, avevamo paura del virus. Anche quando andavo a fare i controlli in ospedale coprivo molto bene la bambina,  mio marito restava fuori dall’ospedale e salivo solo io per andare nell’ambulatorio della pediatra.  Avevo tanta paura. Ancora oggi ho paura , a volte rinuncio a uscire , viviamo segregati in casa”. Il 17 marzo Maria Chiara compirà un anno, un anno po’ diverso per lei che pur essendo una bambina non ha la libertà di correre insieme agli altri in un parco giochi, di stare con i cuginetti o frequentare con tranquillità luoghi un po’ più affollati. “Ora Maria Chiara compirà un anno- dice Jolanda- farò una torta ma niente festa , per il momento”.

Sarà un compleanno particolare anche per la piccola Giulia che compirà un anno il prossimo 16 marzo. Anche lei nata in piena pandemia deve ancora assaporare la gioia di giocare con spensieratezza all’aperto con gli altri bambini. La sua mamma, Maria Pepe, è stata una delle prime donne a partorire durante il lockdown quando ancora il virus era poco conosciuto. E’ stata sempre  Maria da un letto del reparto di Ostetricia dell’ospedale Perrino di Brindisi, a poche ore dal parto, a lanciare un messaggio di incoraggiamento a tutte le mamme in procinto di partorire. “Forza mammine, bisogna uscire tutta la forza che solo noi mamme sappiamo avere- diceva- non siete sole, ce la farete. Andrà tutto bene!” Oggi la pandemia è ancora in corso e continuiamo a combattere il virus che tuttavia non è più così sconosciuto. Maria , nel frattempo, anche lei ha affrontato la sua battaglia contro la paura e la solitudine. “E’ stato tanto difficile all’inizio- racconta- la bimba spesso non stava bene perché  soffriva di coliche ed io ero sola in casa.  Mio marito lavora e abbiamo un’altra bimba di tre anni. Ed io almeno per mezza giornata mi occupavo di tutte e due le bambine piccole”.

Anche per Maria, come per Jolanda, le visite ai parenti e le uscite sono state off limits. I primi mesi Giulia non è uscita da casa.

“I miei parenti hanno visto per la prima volta Giulia a giugno- dice Maria- la bimba in pratica aveva tre mesi. Prima l’avevano vista solo in video chiamata. Pochissime volte sono venuti a casa i miei genitori e i miei suoceri. All’inizio ho sofferto, psicologicamente mi sentivo molto giù. Mio marito quando poteva mi dava una mano . Ma la mattina ero sola in casa con due bambine piccole. Una di pochi giorni e l’altra di tre anni. Il primo controllo l’ho fatto quando Giulia  aveva già due mesi mezzo”. Uscite limitate, niente visite ed anche le festività sono trascorse senza le tradizionali tavolate con i parenti ma il prossimo mese Giulia compirà un anno per lei la torta ci sarà ma solo quella. “Il 16 marzo compirà un anno- dice Maria- ma festeggeremo a casa da soli”.

Lucia Pezzuto

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