Omicidio di Perugia, il marito: “Ho avuto un blackout totale nella mia mente, ho preso il fucile e ho sparato…”

PERUGIA- “Ho avuto un blackout totale nella mia mente, ho preso il fucile e ho sparato…”. Così Francesco Rosi ha spiegato davanti al gip di Perugia l’omicidio della moglie, Raffaella Presa, 41 anni avvocato, originaria di San Donaci, avvenuto lo scorso 25 novembre.

L’uomo è stato interrogato questa mattina, alle 10.30, dal gip Andrea Claudiani, nel carcere di Capanne.

Inizialmente Rosi si era avvalso della facoltà di non rispondere poi ha cominciato a ricostruire i fatti.

Il bambino di 6 anni che si trovava in bagno, lui che all’improvviso imbraccia il fucile e spara un colpo solo, fatale.

Durante l’interrogatorio, durato 4 ore, l’uomo, difeso dal suo legale Luca Maori, si è più volte interrotto, accusando malori e scoppiando in lacrime.

Al termine il pm ha chiesto la convalida del provvedimento e che l’uomo rimanga in cella mentre l’avvocato della difesa ha sollecitato la concessione degli arresti domiciliari. Il gip si è riservato di decidere.

Una cosa sembra emergere in questa brutta vicenda: Raffaella Presa aveva deciso di lasciare il marito. Lo dicono i famigliari e le colleghe di lavoro della donna.

Questo potrebbe essere il movente del gesto.

Tuttavia pare che dall’esame sul cadavere sia emerso che la vittima avesse un timpano lesionato. Un elemento che non è sfuggito al pm che avrebbe chiesto ulteriori verifiche.

Sulla testa dell’uomo penderebbe l’aggravante della premeditazione, la strategia difensiva invece punterebbe sull’incapacità di intendere e di volere nel momento di compiere l’omicidio.

Foto Corriere.it

BrindisiOggi

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