“Prima di tutto il lavoro”, domani corteo a Brindisi

 BRINDISI- Appello dei sindacati Cgil, Cisl e Uil a scendere domani in piazza alle 17,30 a Brindisi per manifestare contro il lavoro che non c’è. Appuntamento  al piazzale antistante la stazione ferroviaria di Brindisi, la manifestazione unitaria a livello nazionale si svolgerà contemporaneamente  in tutti i capoluoghi di provincia.

“A Brindisi questa iniziativa assume un carattere straordinario– scrivono i sindacati- vista la gravissima crisi occupazionale, che pare oramai senza soluzione: oltre il 30% di disoccupazione, circa seimila tra cassaintegrati e lavoratori in mobilità, centinaia di aziende chiuse o in procinto di chiudere negli ultimi due anni, età media dei lavoratori sempre più elevata e tassi di inoccupazione tra i giovani che superano il 60 %. Insomma un quadro desolante e devastante, che la solidarietà familiare non riesce più a supportare; le sofferenze bancarie, l’indebitamento delle famiglie, la crisi economica che si riflette persino sui consumi alimentari, il ricorso ogni giorno più pressante alle organizzazioni caritatevoli, l’esaurimento già nei primi quattro mesi dell’anno di tutte le disponibilità economiche per i servizi sociali, sono tutte spie da allarme rosso”.

Brindisioggi

3 Commenti

  1. Corradino, hai ragione, a volte, per semplificare, si finisce con l’affermare cose non del tutto vere. Ho sperimentato per lunghi anni la politica sindacale del NO e so che, se avesse prevalso, in questa città le cose nel versante occupazionale starebbero anche peggio … .

  2. Caro Giuseppe, apprezzo sempre le Tue analisi e i tuoi commenti e quello che sto per scriverti spero non appaia una difesa d’ufficio del sindacato in quanto tale, rispetto al quale dopo circa trent’anni di militanza ho la presunzione di conoscere nel dettaglio pregi e difetti.
    Purtroppo caro Giuseppe, quello che sta accadendo non è frutto di un destino cinico e baro, ma é il raccolto di quanto abbiamo seminato. Aver criminalizzato le attività industriali, deriso coloro che lavoravano in campagna, chiuso ogni possibilità di nuovi investimenti…insomma la cosiddetta politica del NO, di cui abbiamo parlato tante volte, oggi tutto questo si ritorce contro di noi e sopratutto contro i giovani brindisini. Anche parlare di sindacato non mi pare corretto, poichè su questioni come quelle che hai espresso le posizioni tra le varie sigle sono molto diverse e sicuramente il nuovo protocollo sulla rappresentanza consentirà finalmente di mettere fine ai tanti veti che hanno paralizzato la vita nelle fabbriche e sui tutti i posti di lavoro. Per quanto mi riguarda se pure tra mille difficioltà, a volte mi sempra di ritornare indietro nei decenni e ritrovare l’entusiasmo dei tempi migliori…nel mio piccolo cercherò di lottare per cambiare le cose!!!!

  3. Priorità n.1 : il lavoro

    Il lavoro è senza alcun dubbio oggi la priorità n.1, in Europa, in Italia ed anche a Brindisi. Hanno fatto bene pertanto i sindacati a manifestare oggi unitariamente la propria preoccupazione e chiedere al governo e agli amministratori locali soluzioni concrete. Ma anche i sindacati devono decidere se essere loro stessi parte del problema o protagonisti nella ricerca di soluzioni. Sono infatti parte del problema quando intravedono in ogni cambiamento organizzativo e normativo una minaccia per i loro iscritti e motivo sufficiente per innescare conflitti. Possono essere invece determinanti nella soluzione dei problemi quando rivendicano a gran voce maggiore efficienza della pubblica amministrazione e quando sentono come propri, nei luoghi di lavoro, gli obiettivi di maggiore qualità, flessibilità, produttività. Portare i lavoratori in piazza non basta. Potrebbe addirittura compromettere il lavoro, se tali manifestazioni diventassero occasioni per interruzioni delle attività produttive nelle poche imprese ancora in grado di girare a pieno regime. Le minacce più gravi al lavoro provengono infatti dall’esterno. Sono rappresentate dall’ingresso di nuovi competitori nel mercato internazionale, dall’introduzione di nuovi sistemi tecnologici e produttivi, dal prevalere dei paesi con maggiore stabilità politica ed amministrazioni territoriali più efficienti. Questi sono i cambiamenti che il sindacato dovrebbe sollecitare e favorire, evitando, come a volte accade, di innescare conflitti anche per futili motivi o per garantire privilegi dei lavoratori iscritti e/o occupati. La disoccupazione giovanile continuerà infatti ad aggirarsi intorno al 40%, se non vi sarà uno sforzo comune, di governo, amministrazioni locali, imprese, sindacati, lavoratori, per ridare al nostro Paese il livello di competitività posseduto in passato, grazie alla capacità di inventare, innovare, reagire rapidamente agli eventi peggiori. Progredire in tutto ciò sarà più utile, per la crescita del lavoro, che attraversare la città in corteo, dalla stazione ferroviaria e quella marittima.

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