Rapina alla gioielleria a Parma, arrestata 26enne brindisina

ZEZZA Alessia
Alessia Zezza

BRINDISI – È Alessia Zezza, 26enne incensurata di Brindisi, l’ultimo componente della banda che a Parma, il 24 febbraio 2014, avrebbe messo a segno una rapina nella gioielleria Valenti. Ad arrestarla, nella serata di ieri, gli agenti della squadra Mobile di Brindisi per conto dei colleghi di Parma, che hanno così chiuso il cerchio e scritto la parola fine ad una vicenda che ha visto protagonisti sette brindisini. Stando alla ricostruzione fornita dagli investigatori, la donna, sarebbe stata nella Peugeot 307 poi utilizzata dai rapinatori in fuga. Per lei, il reato è di complicità in furto aggravato e ricettazione. Per Alessia Zezza, dopo le formalità di rito, sono scattati gli arresti domiciliari.

Il 24 febbraio 2014 Nicola Iurlo, Davide Pepe e Gaetano Aggiano si sarebbero presentati presso la gioielleria ‘Valenti’ di Parma e, una volta nel locale, avrebbero messo a segno una rapina violenta, immobilizzando e sequestrando i titolari dell’esercizio commerciale, sotto la minaccia di armi. I proprietari del negozio furono picchiati e costretti a consegnare denaro e monili per circa mezzo milione di euro.

A beccare i rapinatori, però, le immagini di un sistema di videosorveglianza, oltre ad alcune impronte che legavano senza ombra di dubbio Iurlo sul luogo della rapina.

A maggio, gli agenti della Mobile brindisina arrestarono Pepe, Aggiano (detto “coca cola”) e Iurlo, oltre a Vincenzo Trono e Giovanni Antico: tutti volti già noti alle forze dell’ordine e con età compresa tra i 20 e i 31 anni. Insieme a loro, anche il brindisino Girolamo Andrea Diodicibus, con precedenti penali e residente in Emilia Romagna.

Per Pepe, Aggiano e Iurlo il reato era di rapina aggravata e sequestro di persona in concorso con Diodicibus, mentre per Trono e Antico i reati riguardavano il furto aggravato e ricettazione di un’auto da usare per un crimine mai portato a termine a Parma.

Il palo della rapina sarebbe stata – secondo gli investigatori – la Zezza che la mattina del 24 febbraio di un anno fa, insieme ad un uomo, fu notata attendere nervosamente qualcuno a bordo di una Peugeot 307 grigia, utilizzata dai rapinatori per la fuga, dopo l’abbandono di uno scooter rubato. Prezioso anche il contributo dei testimoni, che fornirono il numero di targa della vettura, riconducibile a Girolamo Diodicibus.

 Agnese Poci

 

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