Registro tumori, i dati su Brindisi disponibili solo quelli del 2006

BRINDISI- Le percentuali sulla presenza dei tumori a Brindisi sono inferiori a quelle di Lecce e Taranto. Lo ha detto il direttore regionale dell’arpa Puglia Giorgio Assennato durante la riunione del gruppo di lavoro che in questi mesi si è costituito nella provincia di Brindisi per affrontare le problematiche ambientali sanitarie in un territorio, che insieme a quello di Taranto, viene definito “area ad alto rischio di crisi ambientale”. Ma attenzione i dati annunciati da Assennato risalgono al 2006 e fanno riferimento solo a quell’anno, perché Brindisi un registro tumori non ce l’ha ancora. Per accreditare i dati poi, è stato lo stesso direttore dell’Arpa a dirlo, è necessario che si abbia un triennio di riferimento, e non solo un anno. Intanto il percorso ha avuto un’accelerata, la costituzione del gruppo di lavoro voluta dall’attuale amministrazione comunale, composto da medici, professionisti e operatori della Asl, potrebbe portare alla istituzione di un registro tumori “istituzionalizzato”. Il consiglio comunale ha previsto lo stanziamento di 200 mila euro per sostenere questo progetto. Nello stesso tempo anche la Asl di Brindisi sembra aver mosso i passi giusti. Per un registro tumori e  per un’indagine epidemiologiche le risorse sino a questo momento sono sempre state scarse.

 I dati di Brindisi  in possesso di Assennato non evidenzierebbero gravi situazioni, numeri al di sotto di Lecce e Taranto,  sarebbero nella media nazionale. Per i maschi vi è un eccesso di tumore al pancreas. Per le donne, e qui le percentuali sono alte, eccesso di neoplasie alla mammella e all’utero.  “Dati catastrofici- afferma Assennato- non emergono”. Le percentuali di Brindisi città sono pari a quelle della provincia”.  Ma il dato di riferimento è sempre quello del 2006.

Numeri diversi, anche se non ufficiali, sembrano essere quelli nelle mani dei medici brindisini, l’urologo e consigliere comunale Salvatore Brigante ha parlato di un aumento esponenziale negli ultimi dieci anni di tumori alla vescica.

Dati a parte, il gruppo di specialisti (portavoce il medico radiologo Maurizio Portaluri) si è soffermato sugli obiettivi che intende raggiungere, oltre alla istituzione del registro tumori anche quello di un osservatorio permanente per valutare e comparare le varie situazioni ambientali-sanitarie. Da parte sua la politica dovrebbe impedire ulteriori insediamenti industriali che incidono fortemente sull’ambiente. È stata ribadita la volontà, anche da parte dello stesso Brigante, di chiudere la vecchia centrale termoelettrica a carbone di Brindisi nord (Edipower). Tra le anomalie sottolineate dai medici  anche quella di aver chiuso a Brindisi la Medicina del lavoro, in un’area industriale come questa  in cui bisognerebbe avere una particolare attenzione per gli operai delle aziende, chimiche ed energetiche.

Polemico con il governo centrale il direttore dell’Arpa, che ha parlato dei tagli che sono stati previsti per l’agenzia. “L’arpa Puglia- dice Assennato- è un terzo delle altre agenzie d’Italia, eppure abbiamo due  area ad alto rischio di crisi ambientale”. Tra le contraddizioni evidenziate, quella della mancanza della valutazione dell’analisi del rischio sanitario per il rilascio dell’Aia alle industrie. “ Non si vuole uscire dal problema- continua Assennato- in conferenza dei servizi quando si rilascia l’Aia non si prevede il rischio sanitario. La Regione Puglia ha approvato una legge con la valutazione del rischio per le aziende di Brindisi e Taranto, tutte hanno fatto ricorso, sottolineando che la competenza è del Ministero, salvo l’Ilva. E’ il ministero a sua volta non la prevede”. Il cane che si morde la coda, o meglio, non vedere un problema che è  lampantemente davanti agli occhi.

Lucia Portolano

1 Commento

  1. “I casi di tumore a Brindisi sono inferiori a quelli di Lecce e Tarano”, ha dichiarato il direttore generale dell’ARPA Puglia,Giorgio Assennato.
    Peccato, però, che tali dati, ove fossero anche reali,si riferiscano all’anno 2006 (!?)ovvero ad un perioro risalente ad oltre sei anni fa.
    Pertanto, tale notizia sembra avere lo stesso effetto di questa battuta umoristica detta da un comico: “Finalmente una buona notizia: la bomba atomica non causa il cancro”.

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