Santa Teresa, dubbi sul piano industriale, ora è a rischio la cassa integrazione

BRINDISI- I 120 lavoratori della Santa Tersa rischiano di perdere anche la cassa integrazione, la Provincia di Brindisi e la società in house presentano due proposte di piano industriale ma senza fondi. Hanno incontrato i sindacati e gli operai questa mattina, la Provincia ed i vertici della Santa Teresa che a venti giorni dall’accordo sottoscritto in Regione Puglia (22 dicembre 2016) avrebbe dovuto presentare il piano industriale con tanto di progetti per il ricollocamento dei dipendenti. In realtà sul tavolo questa mattina non vi era alcun documento formale bensì due schemi di piano industriale, il primo una soluzione a breve termine, quattro mesi circa, in cui 20 al massimo 25 lavoratori si sarebbero dovuti alternare in turni da una settimana ciascuna, rimanevano però fuori almeno una decina di impiegati che non avevano la possibilità di turnazione. Il secondo piano invece prevedeva una gestione del lavoro nell’arco di circa un anno, sulla falsa riga del primo. Entrambi i piani da adottare senza copertura economica, tranne che per qualche settimana.

“Alla base servono comunque i soldi ma davanti al rischio di perdere la cassa integrazione, io avrei accettato di adottare il piano sino a fine anno” dice Bobo Aprile del sindacato dei Cobas. “Poi qualcuno ha cominciato a proporre formazione professionale, bonifiche industriali ed allora la Prefettura ha proposto un terzo piano che fosse l’insieme delle proposte avanzate  oggi”.

Ora l’incontro è stato aggiornato a lunedì presso la Santa Teresa per mettere nero su bianco la sintesi delle proposte, mercoledì invece i lavoratori e le parti interessate incontreranno in Prefettura Leo Caroli, come presidente della task force istituita dalla Regione proprio per affrontare la vertenza.

Lucia Pezzuto

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