Sequestrò un uomo per conto della camorra: dai domiciliari al carcere un 29enne

MONTALBANO DI FASANO – Finirà di scontare la sua pena in carcere a Brindisi, Filippo Russo, il 29enne di Montalbano, già agli arresti domiciliari per sequestro di persona, a carico del quale i carabinieri della stazione di Pezze di Greco hanno eseguito l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Lecce per sequestro di persona  ascopo di estorsione in concorso e detenzione di armi clandestine in concorso.

Era il 2008 quando Filippo Russo di Montalbano di Fasano, allora 23enne, e altre 4 persone sequestrarono Paolo Vianale, 28enne di Pescara, e lo tennero sequestrato per 3 giorni tra Fasano, Montalbano, Torre Canne e Cisternino. Lo scopo del rapimento era l’estorsione: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Russo e i suoi complici furono assoldati da Mario Donnarumma, di Torre Annunziata, considerato luogotenente del clan camorristico dei Gionta, per rapire Vianale, anche lui già noto alle forze dell’ordine, perché quest’ultimo non aveva pagato la droga presa dal clan. Alla fine dei tre giorni del sequestro, Vianale riuscì a usare un telefonino lasciato incustodito dai suoi aguzzini e con quello chiamò la polizia: la squadra mobile fece irruzione in un appartamento di Cisternino e trovò, oltre all’ostaggio, anche Donnarumma, Russo e un terzo complice.

In breve tempo, gli agenti riuscirono ad assicurare alla giustizia tutti e 6 i componenti della banda. Si scoprì, alla conclusione delle indagini, che Donnarumma aveva chiesto alla famiglia di Vianale un riscatto di 50mila euro che costituiva una sorta di risarcimento danni per un debito di droga di 15mila euro contratto dal 28enne col clan e mai saldato. Per questo Russo è stato condannato per sequestro di persona a 17 anni e due mesi di reclusione. I prossimi 10 anni e 27 giorni Russo li passerà in una cella del carcere di Brindisi.

BrindisiOggi

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