Si finge un generale dell’aeronautica e dice di volerla sposare, medico brindisino nella rete della truffa “del soldato innamorato”

 BRINDISI – ( da il7 Magazine) Si era presentato come un generale dell’aeronautica militare francese in missione di pace. L’aveva corteggiata per settimane, sempre gentile, galante, mai una parola fuori posto. Le mandava ogni mattina il buongiorno con un’immagine di fiori e ogni sera puntualmente le scriveva, le raccontava le sue giornate e parlava delle sue passioni e dei suoi hobby. Ad un certo punto lei ci aveva creduto a questo sentimento nato su Facebook. Aveva pensato fosse un regalo alla sua vita dopo tante amarezze e momenti difficili. Alla fine invece il bel generale, che voleva anche sposarla, si è rivelato una truffa. Un medico di 60 anni della provincia di Brindisi, divorziata, stava per cadere nella trappola di quella che ormai viene definita la “truffa del soldato innamorato”, che sta mietendo in Italia migliaia di vittime. Tutte donne.

Nella provincia di Brindisi non è la sola, sono centinaia le segnalazioni fatte alla Polizia postale. Il medico accompagnata dal suo legale Ilaria Baldassarre ha sporto denuncia, ha mostrato tutti i messaggi, le lunghe conversazioni che sono avvenute prima sull’app Messanger di Facebook e poi successivamente su Google hangouts. Il medico ha deciso di raccontare la sua storia affinchè fosse da monito ad altre donne. “Sono ancora scioccata per quello che è accaduto – spiega – ma sono soprattutto arrabbiata con me stessa per averci creduto. Mi vergogno di essere stata così ingenua, proprio io che sono una roccia e non sono facile ai rapporti”.

Tutto è iniziato a giugno scorso. La donna ha un profilo Facebook da pochi mesi, lo ha attivato durante il lockdown. “Non sono esperta di queste cose – racconta – un giorno mi è apparso un profilo con una rosa scarlatta e per caso ho accettato la richiesta di amicizia. Dal giorno dopo lui ha iniziato a mandarmi messaggi sempre molto gentili senza alcun sospetto. Non mi ha mai chiesto soldi, né tanto meno fatto avance hard”. Il nome del profilo su Facebook era Sultanarazi poi ha dichiarato di chiamarsi Bernard Bercier. Da ricerche successive è emerso che un certo Bernard Bercier era realmente esistito ed era nato nel 1934. L’uomo, sempre se di uomo si tratta, ha iniziato a mandare messaggi cordiali, semplici conversazioni, prima ha ringraziato la donna per l’amicizia e poi ha raccontato la sua storia. Ha detto di essere un generale dell’Aeronautica militare francese in missione di pace nello Yemen in collaborazione con le Nazioni Unite. Raccontava dei suoi uomini, del campo, della missione, ma anche delle cene, di cosa avesse preparato per pranzo. Diceva di avere 64 anni e di essere rimasto vedovo cinque anni fa quando sua moglie è morta in un incidente stradale. Ad un certo punto ha inviato alla donna anche la foto di un bambino di circa 12 anni, lo ha presentato come suo figlio. Un ragazzino biondo seduto ad un tavolo mentre beveva qualcosa. Una foto chiaramente rubata da qualche altro profilo. “Ho creduto alla sua storia – afferma ancora il medico – mi sono dispiaciuta, non potevo pensare che tutto fosse falso, anche la foto di quel bambino. D’altronde avevo sempre sentito parlare di truffe con falsi carabinieri, falsi operatori Enel ma non avrei mai immaginato ad una truffa sentimentale”.

Le conversazioni iniziano così ad essere sempre più assidue. Lui non sbagliava una parola, era sempre molto attento. Scriveva in un perfetto italiano, solo qualche volte sbagliava qualche vocabolo. Aveva studiato il suo profilo social così da capire quali erano i suoi interessi e molto spesso faceva riferimento alla fede e a Dio. “Mi sembrava davvero un sogno – spiega ancora la professionista – era entrato nella mia quotidianità in punta di piedi ed era piacevole conversare con lui anche delle cose più banali. Mi riempiva di complimenti, mi lusingava con belle parole tanto da dirmi ad un certo punto, quando era passato un po’ di tempo, che mi amava e che voleva stare con me. Mi aveva anche raccontato che sua madre era di origini italiane e che avrebbe voluto comprare una casa in Italia”. La storia è andata avanti per giorni sino a quando non ha comunicato alla donna di voler lasciare la missione per raggiungerla e stare insieme a lei, promettendole anche di sposarla. Il fantomatico generale sarebbe dovuto rimanere in missione per altri due anni, così raccontava. Ad un certo punto ha detto anche che era possibile un suo trasferimento a Kabul. Insomma la fantasia non gli mancava. Per impietosire la donna ha tirato fuori anche la storia del figlio solo senza una mamma. Ha così inventato che per ottenere il congedo aveva bisogno di un certificato di promessa di matrimonio con la firma anche della futura sposa da mostrare ai suoi superiori per dimostrare la veridicità del fatto. Ha voluto indirizzo, numero di telefono e  email della donna da comunicare ad un’agenzia di spedizione per farle recapitare il certificato da firmare, insieme le avrebbe inviato anche una medaglia d’onore che gli era stata conferita in quei giorni per le sue buone azioni. “Ti invio anche questa medaglia per me preziosa così che tu possa custodirla”, le aveva scritto. “Sembrava tutto così vero – aggiunge il medico – anche se davanti al certificato di promessa di matrimonio mi sono mostrata un po’ perplessa tanto da specificare che l’avrei firmata solo se fosse stata scritta in italiano e solo davanti ad un pubblico ufficiale. E lui mi aveva dato rassicurazioni”.

È a questo punto che il medico chiede un consiglio al suo avvocato Ilaria Baldassarre. Il legale sentita la storia si insospettisce e blocca immediatamente la donna. “Sentito il racconto – spiega l’avvocato Baldassarre – ho capito subito che c’era sotto qualcosa. La richiesta della promessa di matrimonio era assurda. Mi è bastato fare una ricerca online per scoprire che si trattava di una truffa, ed ho avvertito la mia assistita. Di racconti come il suo sono piene le cronache”. La donna non  poteva crederci. In quei giorni era stata felice, pensava di aver trovato sostegno in qualcuno, e quel rapporto, anche se virtuale, la faceva stare bene. “Davanti alle parole del mio avvocato sono rimasta impietrita – dice ancora il medico- ho subito mandato un messaggio a questo Bernard dicendogli che lo avevo scoperto e che avrei denunciato tutto alla polizia. Lui ha negato ed ha detto anche che voleva uccidersi perché non credevo al suo amore. Poi non mi ha più scritto. Il suo profilo Facebook è scomparso”.  La donna ha denunciato tutto alla polizia Postale di Brindisi. “Rivolgo un appello a tutte le donne affinchè siano attente – dice –  Io sono in collera con me stessa, e ancora oggi mi sento così stupida”. In realtà non è chiaro sino a dove si sarebbe spinto l’uomo, la storia è finita prima che la professionista potesse essere truffata. In questi casi comunque molto spesso vengono fatte richieste di denaro con la scusa di ritirare pacchi, o come aiuti per tornare a  casa o raggiungere altri paesi. Sono tantissime le donne finite in questa rete.

Lucia Portolano

2 Commenti

  1. La truffa sta continuando. Attualmente ha modificato il suo profilo fb e si fa chiamare MD Hanif (David Alger), 61 anni, nato a Lione in Francia, vedovo con figlio dodicenne in collegio, perchè dichiara di essere in servizio presso la base militare francese nello Yemen. Sono stata contatta con le stesse modalità riportate nell’articolo sopra, ma le tante incongruenze dei suoi discorsi e le ottuse richieste di amore incondizionato, mi hanno insospettito tanto da chiudere ogni forma di contatto. Donne fate attenzione!

  2. Riporto nel seguito il testo della famosa canzone napoletana ” O surdato nammurato”, che penso sia l’unica e vera cosa bella , e sopratutto genuina e romantica, relativa all’innamoramento di un soldato per la sua donna:
    Staje luntana da stu core,
    a te volo cu ‘o penziero:
    niente voglio e niente spero
    ca tenerte sempe a fianco a me!
    Si sicura ‘e chist’ammore
    comm’i só sicuro ‘e te…

    Oje vita, oje vita mia…
    oje core ‘e chistu core…
    si stata ‘o primmo ammore…
    e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me!

    Quanta notte nun te veco,
    nun te sento ‘int’a sti bbracce,
    nun te vaso chesta faccia,
    nun t’astregno forte ‘mbraccio a me?!
    Ma, scetánnome ‘a sti suonne,
    mme faje chiagnere pe’ te…

    Oje vita, oje vita mia…
    oje core ‘e chistu core…
    si stata ‘o primmo ammore…
    e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me!

    Scrive sempe e sta’ cuntenta:
    io nun penzo che a te sola…
    Nu penziero mme cunzola,
    ca tu pienze sulamente a me…
    ‘A cchiù bella ‘e tutt”e bbelle,
    nun è maje cchiù bella ‘e te!

    Oje vita, oje vita mia…
    oje core ‘e chistu core…
    si stata ‘o primmo ammore…
    e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’me

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