Tagli alla scuola: la Puglia la regione più penalizzata, perde 650 posti

BARI – Tagli alla scuola e quella che viene considerata come la manovra “Buona Scuola” penalizza la Puglia: sono queste le conseguenze di quanto ha previsto la manovra del Governo: 143 unità di personale Ata e quasi 500 cattedre saltate. E solo in Puglia.

Un dato che fa riflettere la Uil Puglia, che ha voluto mettere nero su bianco il proprio disappunto. “L’anno prossimo, in Puglia, il personale Ata si assottiglierà di ulteriori 143 unità, che si sommano a quelle tagliate lo scorso anno. Come il sistema scolastico possa continuare a garantire un’offerta didattica degna di tal nome ai nostri figli e ai nostri nipoti resta un segreto, custodito gelosamente nelle stanze romane e che a nessun comune mortale è dato sapere – fa sapere Gianni Verga, segretario generale della UIL Scuola Puglia, che attacca i tagli di personale che ancora una volta falcidieranno la scuola pugliese – I tagli al personale Ata si aggiungono a quelli delle cattedre, che nel prossimo anno scolastico, negli istituti pugliesi, saranno quasi 500 in meno. Numeri che fanno della Puglia la regione più penalizzata d’Italia, alla faccia degli slogan che si ripropongono di ripartire dal Mezzogiorno. Siamo alla smobilitazione totale”

Quello di Verga è un appello alle istituzioni locali. “A partire dalla Regione Puglia – sottolinea Verga – perché si unisca alla battaglia sindacale per la garanzia di un servizio scolastico efficace in Puglia, per dire basta a una politica governativa inaccettabile e catastrofica”.

“Così non si può più andare avanti – spiega ancora il segretario regionale Uil – né si può pensare di tagliare all’infinito facendo leva solo sul senso del dovere di tanti lavoratori italiani della scuola che da tempo ormai vanno oltre il proprio dovere per non abbandonare alla deriva la scuola regionale e non danneggiare tanti giovani e incolpevoli studenti. Lavoratori che, è bene ricordarlo, da anni non vedono neanche con il binocolo il rinnovo contrattuale: oltre al danno, la beffa. Manca il personale per l’ordinaria gestione delle scuole, tanti ragazzi e bambini italiani e pugliesi sono costretti a studiare in edifici fatiscenti e non mantenuti, in classi ‘pollaio’ dove l’apprendimento più che un diritto è un miracolo, per tacere delle risorse destinate al materiale didattico e alla conservazione dell’igiene personale degli studenti, praticamente nulle. Ma si continua a tagliare, indiscriminatamente, mentre dinanzi ai microfoni ci si fa belli parlando di futuro e di Paese in crescita. La scuola non è un’azienda, ma il luogo in cui si creano le coscienze e la cultura delle generazioni future, che invece così vengono umiliate e penalizzate. Almeno si abbia il buon gusto di non prendere più in giro tante famiglie e tanti genitori parlando di Buona Scuola…”.

Foto di repertorio

BrindisiOggi

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