Tap, Cgil: “Non sono state coinvolte le parti politiche e sociali, e nessun ristoro è stato previsto per la città”

INTERVENTO/Il Commissario Prefettizio del Comune di Brindisi ha espresso parere positivo per parte comunale in merito al passaggio della Tap sul territorio del Comune medesimo.

E’ pur vero che il “non osta” sia stato espresso dopo aver acquisito il parere di conformità espresso dall’Ufficio urbanistica, peccato però ci si sia dimenticati che Brindisi, per il tramite del suo Consiglio Comunale,   aveva già espresso parere negativo a tale tipo di insediamento sul proprio territorio.

Motivo di particolare perplessità è il modo in cui si sia ovviato alla consultazione del territorio dichiarando che la documentazione integrativa inviata da Snam era stata oggetto di pubblicazione sull’Albo Pretorio  dal 26 luglio al 15 agosto scorsi e che non erano giunte osservazioni sulle stesse.

Le forze politiche e sociali,  quando si assume una decisione di tale importanza e a tale impatto sul territorio, devono essere rese partecipi.

Se Brindisi in questo periodo avesse avuto un regolare consiglio comunale, questo sarebbe stato chiamato ad esprimersi, al netto delle pubblicazioni fatte sull’Albo Pretorio.

Quando si governa una Città si deve avere rispetto del volere dei  cittadini, dunque nella fattispecie, poichè già una volta la Città aveva disposto il diniego nelle forme democratiche dell’assise cittadina, ancor prima si sarebbero dovute coinvolgere le forze sociali e politiche.

Tanto perché le parti coinvolte devono avere la possibilità di discutere, di capire e, se occorre,  di criticare  la reale bontà del progetto. Evidentemente non si è pensato che a ridosso del quartiere S. Elia è stato previsto uno snodo che farà partire  ben otto metanodotti creando di fatto il terminale per la movimentazione del gas che proviene dall’Est Europa.

Questo provocherà delle dispersioni che andranno ad inquinare l’aria ed il territorio brindisino , soprattutto se non ci si munirà per tempo dei  dovuti presidi ambientali atti ad allertare sul livello di inquinamento.

 E poi, a differenza di quanto avvenuto per altri siti, parimenti coinvolti nel progetto, non si è minimamente discusso dell’eventuale ristoro da destinarsi al territorio coinvolto.

Su altri siti si è parlato di 3 milioni di euro annui per i quattro di realizzazione dell’impianto. Perché Brindisi deve sempre accogliere siti  industriali a grande impatto ambientale senza mai ottenere un ristoro economico?

A questo punto, sarebbe auspicabile che il Commissario fissasse  un incontro teso ad illustrare le motivazioni che hanno indotto il Comune di Brindisi a modificare la propria scelta su TAP e, soprattutto, che si impegnasse a compiere scelte finalizzate realmente al bene della città.

Antonio Macchia, segretario generale Cgil

 

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