Tassi sino a 152 per cento. Sigilli ai beni dello strozzino di San Vito

SAN VITO DEI NORMANNI- Tassi d’interesse che sfioravano il 152% della somma dovuta, assegni e cambiali in bianco firmati dalle vittime per garantirsi la restituzione del denaro. Finisce nuovamente nel mirino dei carabinieri l’attività d’usura di Francesco Bello, 76 anni di San Vito dei Normanni, i cui beni sono stati sequestrati questa mattina in esecuzione del decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Brindisi, a firma del gip Maurizio Saso, su richiesta del pm Milto De Nozza. I sigilli sono stati apposti a sette immobili, cinque dei quali intestati a Francesco Bello ( un appartamento, tre locali commerciali ed un lastrico solare) e due donati alla figlia (un appartamento ed un lastrico solare). Il tutto per un valore complessivo di 1.500.000,00 euro. Bello nel 2010 era stato già arrestato e condannato per usura. Un’indagine scattata a seguito della denuncia di un imprenditore in difficoltà che dichiarò di aver versato interessi pari al 37% per un prestito di 35mila euro avuto da Bello. Lo strozzino fu condannato poi nel 2011 per usura pluriaggravata alla pena di tre anni ed al pagamento di una multa da  9mila euro. Nel corso delle indagini però i militari rinvennero numerosi assegni bancari ed un taccuino sul quale erano appuntati diversi nomi, tutti riconducibili all’attività illecita di Bello. Una sorta di contabilità che nell’arco dei mesi gli investigatori hanno cercato di ricostruire con l’ausilio dell’associazione antiracket ed antiusura. In questo modo sono state identificate ben sette vittime, artigiani, fabbri, falegnami, piccoli imprenditori che in preda alle difficoltà economiche hanno cercato “l’aiuto” di Bello. Le cifre di denaro prestate sono comprese tra i 10mila ed i 150mila euro. Il caso più eclatante: il prestito da 150mila euro dato con un tasso d’interesse pari al 152%. Ora Francesco Bello oltre a verdersi sequestrati i beni immobili, che in caso di condanna verranno confiscati, ha anche ricevuto una informazione di garanzia per usura continuata e pluriaggravata, quest’ultima accusa legata al fatto che l’indagato ha approfittato della condizione di difficoltà delle sue vittime. Vittime che tuttavia non hanno mai ricevuto minacce o atti di violenza. Bello, invece, esercitava pressione psicologica semplicemente facendo firmare loro assegni e cambiali  privi di data che tratteneva sino all’estinzione del debito. Una sorta di garanzia, sufficiente a tenere in scacco le sue vittime. L’operazione di questa mattina è stata condotta dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni, guidata dal comandante Ferruccio Nardacci. Francesco Bello è indagato a piede libero in considerazione dell’età.

Lucia Pezzuto

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