Tomaselli: “Brindisi può cambiare e lo sta dimostrando. Ora via le servitù”

Nelle scorse settimane Brindisi ha vissuto una serie di eventi e manifestazioni che hanno visto una straordinaria presenza di pubblico, la cui eco ancora si avverte in tanti commenti.

Va dato merito agli organizzatori della qualità, la competenza e la determinazione con cui hanno realizzato eventi, alcuni di lunga tradizione, altri di più breve storia, che hanno avuto il pregio di valorizzare beni straordinari quali il mare e le produzioni agroalimentari della nostra terra.

Così come va riconosciuta la bontà dell’intuizione dell’Amministrazione Comunale che ha portato a concentrare nel mese di giugno ed in sequenza tali eventi, in un crescendo di presenze come non si vedeva da molti anni.

Il tutto rappresentato nello scenario incantevole del nuovo lungomare e dell’intero centro storico: la città tornata ad essere un luogo dell’accoglienza e della promozione, finalmente!

Una città che ha letteralmente invaso il suo balcone sul mare e che si é fatta benevolmente invadere da tanti “forestieri”.

Ben poco, certamente, rispetto alla mole dei problemi, delle contraddizioni e direi anche delle sofferenze di una città difficile come é da tempo, da molto tempo, Brindisi.

Si può senz’altro dire, però, senza rischiare di essere eccessivamente retorici e agiografici, che in quei giorni, tra Salone nautico, Negroamaro Wine Festival, la regata Brindisi-Corfù,  l’inaugurazione del parco del Cillarese, si può dire che Brindisi e i brindisini hanno potuto vedere il “trailer” di una città che può cambiare e che comincia a muoversi.

Territorio, mare, centro storico, produzioni tipiche, accoglienza possono essere fattori che trasformano non solo la qualità della vita e la cultura stessa di una comunità, ma anche la sua economia.

Bisogna andare avanti con determinazione.

Un prossimo decisivo passo sarà sbloccare la destinazione e la fruibilità delle molte servitù militari che Brindisi ospita: quel patrimonio eccezionale di architettura e luoghi storici può e deve tornare nella disponibilità della città e può contribuire a costruire il suo futuro all’insegna della sostenibilità.

Per questo abbiamo avviato, assieme al sindaco Consales, rapporti proficui con il governo su tale tema, delicato e complesso: lavoriamo per giungere alla definizione e sottoscrizione di un Accordo di programma tra le amministrazioni interessate che possa portare a riconsegnare alla città, nel più breve tempo possibile, tale patrimonio e per riconsegnare ai brindisini la scelta di come valorizzarlo.

Un altro piccolo passo, c’è da sperare, verso la Brindisi del futuro.

Salvatore Tomaselli

senatore Pd

1 Commento

  1. Gentilissimi,
    via le servitu’ e’ uno slogan bellissimo per valorizzare parti della citta’ favolose, ma inutilizzabili.
    A Brindisi, pero’ c’e’ gia’ uno stupendo esempio di quello che si puo’ ottenere: Forte a Mare.
    Da quando non c’e’ piu’ la servitu’ militare, viene cosi’ tanto valorizzato che sta cadendo a pezzi, non ha piu’ la funzione di faro, ne di altro.
    Spero che non succeda lo stesso alla Difesa, bella struttura e ben tenuta, ma solo perche’ e’ in carico alla Marina.
    Se andra’ al comune vedrete che fine fa’.
    Brindisi e’ il migliore esempio del detto brindisino : “La lanterna in mano ai ciechi ” !!!

    Saluti
    P.S. A proposito di faro, un porto come il nostro si meriterebbe almeno un FARO.

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