Udc e Noi centro: “Ecco cosa succede se Brindisi non sarà più capoluogo”

BRINDISI- Udc e Noi centro partono con la loro battaglia per far valere le ragioni sul mantenimento di Brindisi come capoluogo insieme a Taranto nella futura provincia. “ Si continua a fare soltanto inutili polemiche- scrivono i partiti di Ferrarese- mentre l’unico obiettivo dovrebbe essere quello di scongiurare la scomparsa della città di Brindisi come capoluogo, cosi come già avvenuto per l’ente Provincia. Siamo in questi giorni impegnati per individuare la migliore soluzione possibile per poter salvare la nostra città Capoluogo, che senza il nostro impegno a brevissimo perderà inevitabilmente, oltre allo stesso ente Provincia, anche la Prefettura, la Questura, la Camera di Commercio, la Asl, lo Iacp, la Stp, l’Asi, il Provveditorato agli studi, i Comandi provinciali delle forze dell’ordine, gli Ordini professionali provinciali, le segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali e di assistenza, agenzia delle entrate, direzione provinciale del lavoro, la sede provinciale dell’Inps, comando provinciale della Polizia Forestale di Stato. Un vero e proprio colpo al cuore inferto all’economia della nostra città. Basti solo pensare all’effetto dirompente di tutto questo”. Le forze di centro ricordano l’articolo della nuova legge che prevede che: “assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune gia’  capoluogo di provincia con maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo tra i comuni gia’ capoluogo di ciascuna provincia oggetto di riordino”. “ E’ tutta colpa di questo maledetto comma- continuano- non previsto dall’iniziale decreto legge ma voluto dal Parlamento il 7 agosto proprio da quei parlamentari che oggi, messi con le spalle al muro, non sapendo più cosa dire per difendersi, addirittura minacciano querele per diffamazione.  Premettendo che una errata denuncia per diffamazione produrrebbe una chiara denuncia per calunnia, tutta la classe dirigente di Udc e Noi Centro, chiede di essere denunciata consapevole che tale azione non fermerà la determinazione nel salvaguardare l’integrità economica, sociale e storica della città di Brindisi.

2 Commenti

  1. La legge non tiene conto che di dati aridi come il numero di abitanti e la superficie. Oltretutto una bassa densità di popolazione può essere una caratteristica di pregio per una provincia turistica, non certo una ragione di accorpamento ad altre località. Penalizza nel ruolo alcune città che, come Brindisi, hanno quasi le dimensioni e le caratteristiche di altre città italiane come Ancona, capoluogo di una importante regione. Oltretutto se alcune città piccole sono anche capoluogo di regione, a quanto pare continueranno ad essere anche capoluogo di provincia. Non si tiene molto conto di importanza storica, geografica, storica-militare, imponenza della presenza industriale, aeroporto, identità culturali e dialettali, portualità e traffici commerciali marittimi e una città come Brindisi, che se fosse in altre regioni potrebbe forse esserne il capoluogo, viene relegata al rango di paese di provincia. Una piccola città come Macerata sta riuscendo a non diventare un paese in provincia di Ascoli. Probabilmente è necessaria un protesta.

  2. Mi auguro con tutto il cuore che non ci venga tolta almeno questo, la dignità di essere di Brindisi.
    Tanti di noi fanno gli zingari per poter portare lo stipendio in famiglia, perchè a Brindisi non ci e’ rimasto niente.

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