Venti arresti, oggi gli interrogatori, Caccetta: “Nessuna estorsione, mi doveva del denaro”

BRINDISI- Sono cominciati questa mattina gli interrogatori di garanzia a carico degli indagati nell’ambito dell’inchiesta su droga ed estorsioni condotta dai Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni che giovedì scorso ha portato all’arresto di venti persone. Gran parte degli indagati si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Gli interrogatori si sono svolti nel carcere di Lecce alla presenza del gip del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis. In carcere erano finiti: Armando Caccetta, 37 anni, di Carovigno; Savio Di Gioia, 39 anni, di San Vito dei Normanni; Alessio Di Latte, 33 anni, di Carovigno; Chrristian Ferri, 32 anni, di Brindisi; Francesco Leo, 49 anni, di Carovigno; Vincenzo Monna, 36 anni, di Carovigno; Angelo Saponaro, 30 anni, di Carovigno; Giovanni Saponaro, 57 anni, di Carovigno; Cosimo Saponaro, 50 anni, di Carovigno; Cosimo Saponaro, 30 anni di Carovigno; Mirco Scatigna, 26 anni, di Carovigno; Giuseppe Suma, 37 anni, di Carovigno; Francesco Turrisi, 44 anni, di San Vito dei Normanni; Pietro Venerito, 29 anni, di San Michele Salentino. Mentre ai domiciliari: Catia Cardone, 33 anni, di Carovigno; Nicol Lucia Moore, 22 anni, nata in Inghilterra, domiciliata a Carovigno.

In particolare Armando Caccetta, difeso dall’avvocato Vincenzo Lanzillotti, si è avvalso della facoltà di non rispondere per quanto riguarda  i reati di droga, mentre ha voluto dare la sua versione dei fatti in merito all’accusa di tentata estorsione, quella da cui poi è partita l’inchiesta. Caccetta ha spiegato di non aver tentato di estorcere denaro al professionista che poi l’ha denunciato, bensì di aver vantato un credito legittimo legato al pagamento di una tassa per i rifiuti che invece avrebbe dovuto pagare il professionista. In pratica Caccetta sino a qualche tempo fa gestiva un locale che poi ha ceduto al professionista, il Comune di Carovigno, tuttavia, avrebbe preteso il pagamento della Tari sul locale proprio da Caccetta, nonostante non fosse più titolare, tanto da sottoporre a fermo amministrativo l’auto dell’uomo. Di conseguenza l’indagato avrebbe poi tentato di farsi restituire i soldi dal professionista e non di estorcerli. Hanno scelto di non rispondere alle domande del gip anche Cosimo Saponaro, 30 anni, Francesco Leo, 49 anni, e Francesco Leo, 31 anni, sempre difesi da Lanzillotti. Francesco Turrisi, invece, difeso dall’avvocato Cinzia Cavallo, si è detto estraneo ai fatti legati alla corruzione del carabiniere l’Appuntato Scelto presso la Compagnia dei Carabinieri di San Vito dei Normanni, Antonello Zurlo, al quale, secondo l’accuso avrebbe dato denaro per ottenere informazioni circa l’inchiesta in corso che poi l’ha visto indagato. Turrisi si è avvalso della facoltà di non rispondere in merito ai reati di droga. Scena muta davanti al gip anche per Vincenzo Monna, difeso dall’avvocato Giovanni Francioso. Anche Monna come gli altri indagati secondo l’accusa sarebbe stato legato all’attività di spaccio. Gli avvocati degli indagati ascoltati dal gip hanno deciso tutti di presentare istanza al Tribunale del Riesame.

BrindisiOggi

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