Accoglienza e dormitorio: sit in domani alla prefettura: “Il Comune da solo non può affrontare l’emergenza”

BRINDISI – La Cgil, il Forum per cambiare l’ordine delle cose  e la comunità africana organizzano per domani 16 febbraio dalle 15 alle 19 un Sit in in piazza Santa Teresa, davanti alla prefettura sulla questione dormitorio. “La giustizia sociale non ha colore della pelle – scrivono in una nota gli organizzatori della manifestazione – la dignità umana non ha colore della pelle, i diritti umani e i diritti alla mobilità devono appartenere a tutti. Su questi temi non accettiamo strumentalizzazioni politiche di chi vuol scatenare una guerra tra poveri. Partiamo dalla vicenda del dormitorio di Brindisi, dal quale ieri sera, con grande senso di responsabilità e per le temperature proibitive, il sindaco Riccardo Rossi non ha mandato via nessuno degli ospiti, italiani e stranieri, per ribadire che nessuno, in una società civile, deve rimanere al gelo e che vanno trovate soluzioni per tutti i senzatetto della città. Soluzioni che il Comune di Brindisi non può trovare da solo, ma che devono vedere il coinvolgimento delle altre amministrazioni comunali della provincia e della stessa Prefettura anche con un’ospitalità diffusa. Si tratta infatti di tutelare la salute degli italiani e degli stranieri in difficoltà e di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Resta l’appello ai cittadini che hanno a disposizione case sfitte a metterle a disposizione di famiglie italiane e di lavoratori stranieri in grado di pagare il regolare canone di affitto. Ma altre soluzioni di emergenza vanno trovate per l’ospitalità temporanea per chi ne ha urgente necessità. Esistono pubblici edifici non utilizzati dal Comune che possono essere resi agibili ed affidati a cooperative sociali, attraverso bandi pubblici, per tale ospitalità temporanea sia di italiani che di lavoratori stranieri in grado di versare contributi per tale accoglienza. Esistono anche edifici inutilizzati che appartengono alla Chiesa, la quale non può tirarsi indietro a fronte di emergenze umanitarie. C’è anche la necessità di avviare una politica di sostegno e di inclusione nel lungo periodo nel territorio”.

 

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