Stp, Almiento: “E’ finito il tempo delle raccomandazioni”

BRINDISI-“A meno di 6 mesi dalla nomina di Presidente della STP di Brindisi ed in questo momento storico di profonde difficoltà per la maggior parte dei cittadini, ritengo opportuno spiegare le  ragioni del mio impegno civico, per cercare di offrire un modesto contributo alla crescita di nuove idee e di nuovi percorsi all’interno delle Istituzioni Pubbliche e degli enti in cui le stesse partecipano.

L’occasione discende dalla recente decisione che ho adottato con il CdA che presiedo di verificare la possibilità di procedere ad una selezione per la formazione di una graduatoria per Operatori di Esercizio. In altri termini, per continuare a garantire il servizio ai cittadini e per evitare di mettere in pericolo gli attuali livelli occupazionali, la STP di Brindisi pensa di assumere un certo numero di autisti –pochi purtroppo- dopo anni di paralisi dovuta anche al timore dei vari amministratori di finire nel tritacarne di parentopoli e raccomandazioni varie, ovvero dovuta al ricatto di chi da una situazione di immobilismo e ristagno nell’amministrazione di società pubbliche ricava un piccolo e mediocre potere personale, vischioso ed infecondo ma assai dannoso per l’interesse generale.

Ho deciso di pubblicizzare al massimo l’iniziativa –e con il massimo della trasparenza- in quanto ritengo che le assunzioni della società che presiedo non debbano avvenire sulla base di chiamate clientelari, ma sulla base di un pubblico bando e di una pubblica selezione che sarà affidata ad una società esterna che non dovrà accettare raccomandazioni da parte di chicchessia.

Questo mio avviso, che in un ordinario sistema di legalità potrebbe sembrare superfluo, assume importanza sol che si consideri quanto nell’ultimo periodo storico la vita amministrativa e sindacale nella nostra realtà territoriale sia stata a volte pervasa da una mentalità distorta, e da un conseguente atteggiarsi di piccole e grandi illegalità, che è così diffusa nei vari gangli della nostra vita sociale e politico–economica che appare agli occhi di molti cittadini e dei loro rappresentanti l’unica via possibile per vivere, o, per meglio dire, sopravvivere, nell’attuale contesto di profondo degrado culturale ed economico in cui quotidianamente ci troviamo ad operare.

Sono assolutamente convinto, invece, che sulla illegalità non si costruisce nulla di buono e di duraturo.

La dimostrazione di tale assunto è nella stessa storia recente di Brindisi che è passata dalle traumatiche esperienze giudiziarie vissute a causa della perversa opera di amministratori ed imprenditori che, ad un certo punto della loro storia politica e personale, hanno perso di vista i valori ed i principi imprescindibili del virtuoso impegno civico, arrecando incommensurabili danni alla economia della nostra città, impedendone il regolare sviluppo attraverso scambi commerciali in regime di libera concorrenza, investimenti ed infrastrutture.

Nel momento in cui un amministratore sceglie Tizio anziché Caio non in virtù di reali esigenze e meriti obiettivi, se pur valutati soggettivamente, bensì solo per favorirlo personalmente, avrà anteposto l’interesse particolare del singolo a quello più generale della collettività ed avrà inferto un grave vulnus alla regolarità della vita economico-sociale in cui opera.

Ciò vale non solo per l’avviamento di giovani al lavoro, atteso che –chi più e chi meno- tutti i giovani senza lavoro presentano problematiche familiari parimenti meritevoli di aiuto e sostegno, ma vale anche, e forse soprattutto, nei criteri di scelta di fornitori di beni e servizi nella pubblica amministrazione che devono essere individuati nella correttezza delle forme e nella massima trasparenza affinché, attraverso la regolarità delle procedure, si garantisca la più libera concorrenza, invitando a partecipare il maggior numero di aziende operanti nello specifico settore.

Non avendo tessere di partito, e per un obbligo morale nei confronti di chi ha voluto affidarmi questo incarico, devo dire che le ragioni del mio impegno e la inderogabilità delle mie scelte sono state pienamente comprese, condivise ed incoraggiate dai vertici delle istituzioni cui spettava la scelta del Presidente STP nell’autunno del 2012, cioè Sindaco di Brindisi, Presidente della Provincia e Assessore Regionale ai Trasporti, e in questo percorso ricevo incoraggiamento dalla stragrande maggioranza delle persone che incontro, dirigenti sindacali, piccoli imprenditori, impiegati, operai, commercianti, che sono anche genitori di giovani senza occupazione stabile, che esprimono speranza di correttezza e trasparenza nella gestione della cosa pubblica, auspicando che così dovrebbero fare tutti.

Non so, però, se questo modus operandi  sarà sgradito ad alcuni – molto pochi, in verità- che, invece, credono che l’essere stati eletti in una assise civica per un partito politico piuttosto che in una rappresentanza sindacale consenta di pensare innanzitutto al proprio interesse personale anteponendolo all’interesse pubblico generale che, al contrario, può essere perseguito solo nel rispetto delle regole, di etica prima ancora che giuridiche.

Sono quelli che i cittadini e i lavoratori hanno eletto, che dovrebbero tutelare gli interessi di tutti, e che, invece, in dispregio dell’interesse generale interpretano il loro ruolo in funzione della spartizione clientelare.

Sono quelli che sono pronti ad attaccare pubblicamente (‘attaccare politicamente’ dicono loro, che ignorano cosa sia davvero l’arte della rappresentanza politica e sindacale) e diffamare ingiustamente coloro che non si piegano ai loro miserevoli ricatti.

Insomma, sono quelli che hanno ridotto la nostra società e la nostra economia nelle condizioni di degrado in cui si trova e che costringono tanti cittadini ad adeguarsi per cercare di sopravvivere e non soccombere nella nostra viziata realtà economica e di mercato.

Scrivo questo perché sono convinto che il sud in generale e Brindisi in particolare possono rinascere se finalmente si riesce ad isolare costoro e a debellare il cancro sociale che rappresentano e lo scrivo in termini così duri in quanto la maggior parte dei cittadini della mia città e della mia provincia sono ormai consapevoli di quanto dannosi siano questi soggetti.

Brindisi potrà rinascere quando i suoi figli capiranno che spesso i mediocri si servono del ricatto e della subdola diffamazione per estorcere a chi governa la cosa pubblica un atto o un provvedimento ad esclusivo loro vantaggio personale e in danno dell’interesse di tutti, anche di coloro che magari in buona fede li sostengono.

Brindisi potrà rinascere solo se noi Brindisini saremo pronti a difenderla, prima ancora che dagli interessi esterni, da quegli stessi suoi figli che la cultura dell’illegalità diffusa ha generato.

 

Avv. Rosario Almiento

3 Commenti

  1. Ho riletto varie volte l’articolo,avv. Almiento,perchè sono stato piacevolmente sorpreso dal suo modo di pensare.Quando mai a Brindisi si sono sentite o lette queste cose?Buon lavoro e in bocca al lupo nella speranza che alla ” prima rondine ” ne seguano altre,solo così potrà essere finalmente primavera anche in questa città.

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