Dalila: “Io quasi immune, oggi mi sento più libera”

BRINDISI- (Da Il7Magazine) E’ stata una delle prime operatrici ad essere vaccinata contro il Covid, ha ricevuto la prima dose lo scorso 27 dicembre e oggi dopo la seconda dose è praticamente immune al virus. In qualche modo la sua vita è cambiata. “Oggi mi sento più libera” a dirlo è Dalila Piccinno, 27 anni di San Pietro Vernotico, assistente sanitaria nel Dipartimento di Prevenzione , Sevizio Igiene e Sanità Pubblica della Asl di Brindisi che si trova all’interno dell’ex ospedale Di Summa. Il suo rapporto di lavoro con la Asl di Brindisi è cominciato a marzo 2020, praticamente in piena pandemia, durante il primo lockdown. Da lì in poi il suo lavoro si è intensificato e le sue abitudini di vita drasticamente modificate. Dalila, come i suoi colleghi del Dipartimento, in questi mesi ha avuto un ruolo determinante nella gestione dell’emergenza sanitaria.

“Ci siamo occupati di fare le indagini epidemiologiche  e chiamare le persone per i tamponi- spiega- Spesso la gente non capiva l’importanza di fare i controlli soprattutto sapendo che c’era un positivo tra i loro contatti. E’ stato e continua ad essere un lavoro impegnativo che richiede molta attenzione”. Proprio la riluttanza della gente nel comprendere la gravità della situazione è stata uno degli ostacoli maggiori e che ha messo a dura prova Dalila.

“Una delle esperienze che mi ha segnata di più è stata quando ho dovuto dire ad una famiglia che non potevano partecipare al funerale del loro congiunto perché era deceduto per il Covid. La loro disperazione mi ha toccata- racconta- non è facile far comprendere alle persone distrutte dal dolore che non potranno rivedere un ultima volta il loro caro”. Eppure i numeri dei contagi, i decessi hanno dimostrato che il Covid è un nemico contro il quale bisogna imparare a combattere e  con il quale al tempo stesso imparare a convivere. “Inizialmente ero preoccupata, poi ho capito che bisognava imparare a convivere con tutto questo- dice Dalila-  Oggi le nostre abitudini sono cambiate tanto. Anche se vogliamo fare una pausa e prendere un caffè dobbiamo farlo in stanze separate. Cerchiamo di rispettare tutte le norme di sicurezza. E il nostro comportamento responsabile è dimostrato dal fatto che nessuno di noi si è ammalato , qui non abbiamo mai avuto problemi”.  Poi si è accesa una luce, è arrivato il vaccino. E come stabilito dal Governo i primi ad essere immunizzati sono stati gli operatori sanitari.  “Quando c’è stata la possibilità di scegliere se fare il vaccino, non ho avuto dubbi- dice- Vuoi perché ho studiato e credo nella medicina , vuoi perché ho seguito tutte le sperimentazioni di questo vaccino. Fa anche parte del mio lavoro. Il vaccino RNA è tra i più sicuri”.

I due vaccini contro il nuovo Coronavirus, sviluppati da Moderna e BioNTech-Pfizer, sono stati realizzati con una nuova tecnologia. Entrambi questi vaccini sono a base di RNA messaggero (o mRNA), una delle due molecole contenenti le informazioni genetiche specifiche per ogni organismo vivente. L’altra molecola è il DNA.

Il compito del RNA è trasmettere il messaggio di vita contenuto nel DNA in modo che la cellula possa utilizzarlo per produrre tutte le proteineche ci permettono di respirare, pensare, muoverci…vivere.

Mentre il DNA può sopravvivere per giorni o settimane a temperatura ambiente e si conserva addirittura per decine di migliaia di anni in alcuni fossili, l’RNA è una molecola effimera, fragile che è presente nella cellula unicamente durante lo svolgimento della sua specifica funzione e si degrada molto facilmente.

Per questo motivo i vaccini a mRNA sviluppati per sconfiggere la pandemia da SARS-CoV-2 devono essere conservati a temperature fino a 80 gradi sotto lo zero. All’interno del vaccino, l’mRNA è protetto, incapsulato all’interno di sfere fatte di grassi (liposomi), simili a quelli presenti delle nostre cellule.

Una volta iniettati nel nostro corpo, i liposomi liberano l’ mRNA che contiene le informazioni necessarie per produrre la proteina Spike del virus. Questa proteina normalmente viene utilizzata dal virus come una sorta di uncino, per agganciarsi alle cellule delle nostre vie respiratorie, entrare al loro interno e moltiplicarsi causando la malattia.

In tutte le nostre cellule ci sono delle piccole fabbriche, i ribosomi, che traducono l’informazione dell’ mRNA in proteine. L’ mRNA che si trova nel vaccino, una volta entrato nelle cellule viene letto dai ribosomi che produrranno tante copie della proteina Spike del SARS-CoV-2.

Una volta che le nostre cellule avranno prodotto la proteina Spike, questa uscirà dalla cellula e verrà riconosciuta come estranea dal sistema immunitario. L’importante è che la proteina Spike, da sola, attiva una reazione immunitaria ma non è in grado di provocare la malattia perché rappresenta soltanto una piccola parte del virus. A questo punto il sistema immunitario fa il suo lavoro. Produce le armi specifiche, gli anticorpi contro la proteina Spike del SARS-CoV-2 e le cellule della memoria. Gli anticorpi bloccheranno la proteina Spike e impediranno al virus di infettarci.

Le cellule della memoria rimarranno nel nostro corpo e serviranno a proteggerci per mesi forse per anni nel caso il virus ritornasse. Se noi non ci infettiamo, non possiamo nemmeno contagiare chi ci sta vicino. Quindi, il vaccino protegge ognuno di noi ma anche gli altri.

“Quando ho fatto la prima dose mi sono sentita già più libera mentalmente. Lo hanno somministrato a me e poi io l’ho somministrato ai miei colleghi- racconta Dalila- Sono stata l’ospedale Perrino dove ho istruito gli altri assistenti  e poi ho continuato a vaccinare gli operatori e gli ospiti delle RSA. Sto benissimo e non ho avuto alcun effetto collaterale. Ho solo avuto un leggero dolore al braccio. Qualche giorno fa ho fatto la seconda dose . Ora sono davvero più tranquilla, ho una nipotina piccola e i miei genitori hanno 60 anni , non sono anziani ma sono comunque a rischio. Io mi auguro che presto si raggiunga l’immunità di gregge in modo da stare tutti più tranquilli”. Nel frattempo le vaccinazioni proseguono e nonostante qualche negazionista tenti di screditare il Governo e la Sanità pubblica , c’è anche chi è convinto che il vaccino sia la soluzione e salverà tante vite.

“Oggi la gente ha bisogno di sapere che finirà presto e in tanti vengono all’ufficio dell’ex Di Summa a chiedere se possono fare il vaccino- dice Dalila-  Per lo più si tratta di gente anziana che ha paura del Covid e vorrebbe tanto vaccinarsi. Ma abbiamo un cronoprogramma seguiamo quelle che sono le linee dettate dal Governo”.

Lucia Pezzuto

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