Doppia preferenza, in Puglia un fronte di resistenza che nega un diritto alle donne

INTERVENTO/ La Puglia sembra essere un fortino inespugnabile per le donne. L’appuntamento con le elezioni regionali in Puglia si avvicina ma la doppia preferenza di genere è ancora una conquista tutta da compiere. Nonostante una legge nazionale, cui si sono uniformate quasi tutte le regioni d’Italia, e malgrado il Governo nazionale si sia espresso in questa direzione invitando/sollecitando la Regione Puglia a disciplinare la specifica modalità di voto. Un fronte di resistenza che nega un diritto riconosciuto, quello di rompere l’argine della rappresentanza femminile all’interno del Consiglio regionale, provando a rimettere la questione nelle mani della prossima legislatura. Insomma, un rinvio che sa di beffa. Continuiamo a non accettare questo bavaglio alla civiltà imposto dal Consiglio a difesa di uno status quo che prova a mettere la Puglia di traverso a un percorso di legittimazione democratica nei confronti delle donne. Lo abbiamo detto più volte, ma non ci stanchiamo di tornare sull’argomento. Impedire alle donne di compiere la propria rappresentanza nell’organo legislativo della Regione significa mortificarne la dignità e il valore rispedendo indietro di decenni l’inclusività delle istituzioni. Chiediamo allora ai silenti guastatori di uscire allo scoperto, di compiere un esercizio di onestà e di spiegare le ragioni di questo ostruzionismo subdolo e vigliacco. La politica è anche e specialmente donna. La Costituzione dice che la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione e la piena cittadinanza. Il tempo non gioca a favore delle donne, per questo occorre estendere la battaglia ad ogni sede e riportare le lancette della nostra regione sul meridiano della modernità e dei diritti universali.

Antonella Vincenti
Coordinatrice Conferenza regionale delle donne democratiche 

1 Commento

  1. dobbiamo cambiare i timonieri. Gli attuali hanno paura dell’intelligenza femminile? VIVA IL CONFRONTO SERIO E COSTRUTTIVO. O NO?

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